Congresso di Azione, apre le danze la dem Pina Picierno: «Una truffa usare il pacifismo per raccogliere voti»


Sono le quattro bandiere appese nella sala congressi dell’Hotel Life di Roma, dove si sta svolgendo il Congresso di Azione oggi 29 marzo, il partito di Carlo Calenda, a delineare subito i temi e i confini ideali di quello che il capogruppo alla Camera, Matteo Richetti ha definito nei giorni scorsi «il congresso della coerenza». Il primo è il drappo europeo, accanto quello italiano. Più a destra, invece, si stagliano le bandiere dell’Ucraina e della Georgia, i due stati che continuano a pagare il prezzo dell’invasione russa: l’Ucraina, messa sotto attacco dal 2022, e la Georgia, che subisce da ormai 15 anni le conseguenze di un conflitto congelato, ma tutt’altro che risolto. Lo chiarisce subito il padrone di casa, in un punto stampa «Il confronto è tra tutti i partiti politici che hanno in comune un fatto, ovvero il sostegno all’Ucraina, che, per quanto ci riguarda, oggi rappresenta il vero discrimine della politica italiana».
Il dialogo con la maggioranza
Un congresso atteso, di cui si è parlato nei giorni scorsi, soprattutto per gli ospiti che vi parteciperanno. Sul palco, infatti, ci sarà anche la premier Giorgia Meloni, che ha accettato a sorpresa l’invito: sarà la sua prima partecipazione a un evento organizzato dall’opposizione. Un scambio di favori, dato che Carlo Calenda, a sua volta, era intervenuto alla kermesse di Fratelli d’Italia ad Atreju. Ad aprire le danze del convegno è la vicepresidente del Parlamento europeo, la dem Pina Picierno, riformista e una delle voci più decise nel sostenere l’invio di aiuti all’Ucraina. Bloccata dai giornalisti, si dice «contenta» perché con Azione «condividiamo tanti momenti cruciali, come l’appello che ho promosso per un’Europa libera e forte».
«Abbiamo sbagliato tutti»
Salita sul palco, Picierno rende la parola. I toni sono decisi «Oggi viviamo in un tempo profondamente nuovo. Il mondo è diventato drammaticamente troppo grande, troppo scomodo, troppo insicuro, troppo diverso da quello che avevamo desiderato e che, purtroppo, ci illudevamo corrispondesse in qualche modo alla realtà». Stiamo vivendo «cambiamenti destinati a rendere incerti quelli che pensavamo, a torto, fossero diritti acquisiti e naturali: la nostra sicurezza, il prevalere di relazioni internazionali pacifiche, la nostra democrazia liberale, che pensavamo non fosse esposta a rischi – continua – Ma questi rischi, purtroppo, sono in costante aumento. E allora dobbiamo dircelo. Abbiamo sbagliato tutti». «Sono servite le sirene nel cuore della notte in Ucraina per svegliarci definitivamente. E se guardiamo al dibattito italiano, alla sua frammentazione, notiamo che a essere frammentate non sono solo le opinioni, ma le verità stesse.»
L’attacco alla premier
Poi, implicitamente, attacca la premier Meloni, che interverrà a breve dallo stesso palco, per il suo appoggio agli Stati Uniti di Donald Trump. La vicepresidente, invece, prende le distanze, dichiarando che è «necessario opporsi con decisione», perché tale approccio «farà male all’Europa e, alla lunga, danneggerà anche gli Stati Uniti».
La polarizzazione
L’attacco si estende anche ai 5 Stelle, «che scendono in piazza per racimolare qualche voto», e critica la polarizzazione della politica su tutti i fronti. «Trarre profitto elettorale dalle paure, trarre vantaggio dal giusto e genuino desiderio di pace, sta alla politica come una truffa sta al commercio». E poi aggiunge: «L’alternativa non nascerà da questa polarizzazione, non nascerà da questa radicalizzazione. Il punto non è cosa salvare o cosa recuperare dalla nostra storia passata o recente, perché questo lo sappiamo già. Basta il buon senso, la verità». Un riferimento destinato ai Cinque stelle, forse, ma che è possibile leggere anche come una critica alla leadership del Partito democratico che ha una posizione sempre più chiaramente pacifista. Non è detto che Elly Schlein abbia apprezzato.