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Alberto Stasi parla alle Iene: «Voglio la verità. Il nuovo indagato? Mai visto e mai sentito». Il suo sogno dopo il carcere

29 Marzo 2025 - 16:52 Ugo Milano
Unico condannato per l'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, il 41enne parla dello «tsunami di emozioni» dopo la riapertura delle indagini

«Mi auguro che si possa arrivare alla verità e alla giustizia, soprattutto per Chiara, per la sua famiglia e per tutti». Sono le parole di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia. Il caso ha preso una nuova svolta con l’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio. Per Stasi, questa novità è un vero e proprio «tsunami di emozioni», come racconta nell’intervista alle Iene, in onda domani 30 marzo. «Sono fiducioso, voglio che emerga tutta la verità e che venga alla luce ciò che ancora non è stato scoperto», aggiunge. A pochi mesi dalla possibilità di tornare libero, Stasi riflette sul proprio percorso: «Non è quest’ultimo periodo a fare la differenza. Le mie motivazioni sono più profonde: sarebbe molto più importante per me, per la mia famiglia e per Chiara, trovare la verità».

Cosa ne pensa del nuovo indagato

Sul nuovo indagato, Andrea Sempio, Stasi precisa: «Non lo conosco, non l’ho mai visto, se non ora e nel 2017. Era un amico del fratello e quindi, anche da un punto di vista di età, insomma, totalmente estraneo alla mia cerchia di amicizie e di conoscenze, quindi mai visto, mai sentito». E sottolinea: «Sono sempre garantista. Sono comunque convinto che non si debba mai avere paura della verità e che quindi non ci sia motivo di sottrarsi a nessun tipo di accertamento della verità».

Il sogno di farsi una famiglia

Dopo dieci anni di carcere, Stasi parla dell’impatto della prigionia: «Mi ha tolto anni di vita, anni che non torneranno più. Ma ho imparato a sviluppare risorse interiori. È un po’ come affrontare una malattia: ti capita e devi reagire. La mia forza è la leggerezza della coscienza». Credente, riflette sul significato della sua condanna: «Per me non ha nessun senso. Ma se il Signore mi ha dato questo peso, forse c’è un motivo, anche se ancora non lo comprendo». E sul futuro fuori dal carcere, il desiderio è chiaro: «Sogni semplici, vorrei una famiglia classico. Quello che ho sempre voluto è la tranquillità».

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