Alberto Stasi parla alle Iene: «Voglio la verità. Il nuovo indagato? Mai visto e mai sentito». Il suo sogno dopo il carcere


«Mi auguro che si possa arrivare alla verità e alla giustizia, soprattutto per Chiara, per la sua famiglia e per tutti». Sono le parole di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia. Il caso ha preso una nuova svolta con l’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio. Per Stasi, questa novità è un vero e proprio «tsunami di emozioni», come racconta nell’intervista alle Iene, in onda domani 30 marzo. «Sono fiducioso, voglio che emerga tutta la verità e che venga alla luce ciò che ancora non è stato scoperto», aggiunge. A pochi mesi dalla possibilità di tornare libero, Stasi riflette sul proprio percorso: «Non è quest’ultimo periodo a fare la differenza. Le mie motivazioni sono più profonde: sarebbe molto più importante per me, per la mia famiglia e per Chiara, trovare la verità».
Cosa ne pensa del nuovo indagato
Sul nuovo indagato, Andrea Sempio, Stasi precisa: «Non lo conosco, non l’ho mai visto, se non ora e nel 2017. Era un amico del fratello e quindi, anche da un punto di vista di età, insomma, totalmente estraneo alla mia cerchia di amicizie e di conoscenze, quindi mai visto, mai sentito». E sottolinea: «Sono sempre garantista. Sono comunque convinto che non si debba mai avere paura della verità e che quindi non ci sia motivo di sottrarsi a nessun tipo di accertamento della verità».
Il sogno di farsi una famiglia
Dopo dieci anni di carcere, Stasi parla dell’impatto della prigionia: «Mi ha tolto anni di vita, anni che non torneranno più. Ma ho imparato a sviluppare risorse interiori. È un po’ come affrontare una malattia: ti capita e devi reagire. La mia forza è la leggerezza della coscienza». Credente, riflette sul significato della sua condanna: «Per me non ha nessun senso. Ma se il Signore mi ha dato questo peso, forse c’è un motivo, anche se ancora non lo comprendo». E sul futuro fuori dal carcere, il desiderio è chiaro: «Sogni semplici, vorrei una famiglia classico. Quello che ho sempre voluto è la tranquillità».