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Sfuma il sogno di Olivia Paladino, compagna di Giuseppe Conte. Voleva essere regina del mattone con le azioni del fratello senza pagarle

29 Marzo 2025 - 16:07 Franco Bechis
Olivia Paladino
Olivia Paladino
Bloccata la maxifusione fra le società fondate da Cesare Paladino, fra cui quella che controlla il Gran Hotel Plaza. Guido Alpa aveva scritto un accordo fra le parti da 10 milioni, che però non sono mai stati saldati. Ora decreto ingiuntivo contro le sorelle al tribunale di Roma e udienza il prossimo 8 ottobre

Sta sfumando il progetto di Olivia Paladino, compagna del leader del M5s, Giuseppe Conte, di diventare insieme alla sorella Cristiana la regina dei palazzi di Roma. L’idea era nata l’estate scorsa dal papà Cesare Paladino, immobiliarista di lungo corso della capitale e proprietario del Grand Hotel Plaza di Roma: una maxifusione fra le società della famiglia per avere una sola holding di gruppo con 260 milioni di euro di patrimonio in mattoni. Il progetto di fusione era stato depositato nell’estate scorsa dalle tre società coinvolte, l’Agricola Monastero Santo Stefano Vecchio, la Archimede immobiliare srl e la Immobiliare di Roma Splendido srl, ma non è mai stato reso esecutivo. Perché il papà, Olivia e la sorella avevano fatto i classici conti senza l’oste. E l’oste è il fratellastro maggiore di Olivia e Cristiana, Shawn John Shadow, figlio di primo letto dell’attrice Ewa Aulin che nel 1974 sposò il noto immobiliarista romano concependo poi con lui le due figlie.

Il braccio di ferro e le azioni giudiziarie fra le sorelle Paladino e il fratellastro

Fra il figliastro, il patrigno, Olivia e Cristiana c’è infatti da tempo una serie di azioni giudiziarie incrociate sulla divisione dell’impero immobiliare che hanno impedito fino ad oggi di realizzare quella fusione societaria. Papà Cesare, infatti, aveva intestato ai figli l’impero che aveva fondato (e che da qualche anno non se la passa benissimo), non dividendolo però in parti eguali. Pur restando lui il dominus di tutte le società, e ricoprendone gli incarichi amministrativi, aveva diviso il capitale della holding che controllava tutte le altre società (la Agricola Monastero Santo Stefano Vecchio) donandone il 47,5% ciascuna alle due figlie naturali Olivia e Cristiana e lasciando il restante 5% del capitale al figliastro Shawn John. Una disparità ereditaria che lasciò una ferita in mamma Ewa, ma la Aulin oramai da anni vive in disparte, avendo avviato in gran segreto la separazione dal marito Cesare nel lontanissimo 1994 (il fatto è citato nell’atto di acquisto di una casa nel centro di Roma in via di Campo Marzio) ed essendosi ritirata oggi a vivere in un maniero nel grossetano.

Il recesso di Shawn John dalla holding di famiglia e l’accordo da 10 milioni fatto da Alpa

Shawn John a differenza della sorella Olivia (molto attiva nella gestione del Plaza e in quel che resta della gestione del famoso atelier delle Sorelle Fontana rilevato dal papà) non sembrava nutrire alcun interesse per la gestione degli affari del gruppo. È andato a vivere nel viterbese, innamorandosi di una bella ragazza, Stefania, che è diventata sua moglie. E ha chiesto al patrigno il recesso dalla holding del gruppo, facendosi liquidare quel 5% che secondo le prime stime valeva circa 12 milioni di euro. Il patrigno si è opposto, ne è nato un arbitrato che alla fine ha dato ragione al figliastro portando alla composizione di un accordo messo a punto dal compianto professore Guido Alpa, maestro di Conte, e che nel contenzioso assisteva ovviamente papà Paladino e le due figlie. Secondo quell’accordo, stipulato nei primi mesi del 2023, a Shawn John sarebbe stato pagato il 5% della holding poco più di 10 milioni di euro attraverso un lungo percorso di rateizzazione che si sarebbe concluso nel 2031. Le sue azioni sarebbero finite in parti uguali alle sorellastre Olivia e Cristiana che così avrebbero controllato ciascuna il 50% del gruppo.

Shawn John Shadow e sua moglie

La prima rata dell’accordo saldata, ma quelle successive restate inevase

La prima rata di quella transazione è stata effettivamente pagata da Cesare Paladino il 17 aprile 2023: 5 bonifici bancari ognuno da 20 mila euro per un totale di 100 mila euro utilizzato in gran parte per saldare il conto dei legali e le spese di arbitrato. La seconda rata- di 500 mila euro, prevista per il 30 giugno 2023, non è stata invece saldata e la transazione così è decaduta. Nuovi confronti fra i legali delle parti ed è stato fatto un nuovo accordo il 27 luglio dello stesso anno stabilendo nuove rate e un totale complessivo di 10.150.000 euro da saldare. Il giorno stesso del nuovo accordo sono stati versati al figliastro 200 mila euro lordi, diventati 148 mila euro netti. Il pagamento della seconda rata era previsto il 31 dicembre 2023: 300 mila euro lordi (196 mila netti), ma ne sono stati versati solo 100 mila lordi. L’anziano Paladino ha chiesto di posticipare, ma a gennaio ha versato solo altri 25 mila euro. Da lì in poi secondo il nuovo accordo avrebbero dovuto essere versate ogni due mesi rate da 200 mila euro lorde. Non è stato versato invece più un euro.

Cesare Paladino

Paladino risulta “sconosciuto” al suo indirizzo di residenza (dove vive Conte)

Il 14 febbraio 2024 è partita la prima diffida dei legali del figliastro a patrigno e sorelle. Senza risposta. Il 12 marzo dello stesso anno seconda diffida a Cesare. Al suo indirizzo di residenza, in via Fontanella Borghese, dove vivono la figlia Olivia con il compagno Giuseppe Conte, la diffida è tornata indietro con la dicitura “destinatario sconosciuto”. Sconosciuto ovviamente non era, ma il capostipite in effetti ha lasciato lì la residenza, portando il suo domicilio reale al piano attico del Grand Hotel Plaza dove dalla società che lo gestisce ha preso in affitto un appartamento di circa 400 metri quadrati a mille euro al mese. La diffida è stata indirizzata allora al Plaza, dove il portiere però ne ha rifiutato la consegna sostenendo di non essere autorizzato al ritiro. Altre diffide sono state inviate ai revisori dei conti della Agricola, senza successo. Alla fine, il figliastro si è rivolto in tribunale per ottenere i pagamenti previsti dalla transazione, e il 2 giugno scorso il giudice Giacomo Ebner ha ingiunto alle società controllate da Olivia e Cristiana il pagamento di 10.054.500 euro più interessi legali e le spese della procedura quantificate in 6.370 euro complessivi. I legali dei Paladino hanno proposto opposizione, ed è stata fissata una udienza per fine gennaio 2025 al tribunale di Roma per la decisione del giudice. L’8 gennaio scorso però Shawn John ha ricevuto comunicazioni dalla cancelleria del tribunale di un rinvio di quella udienza al giorno 8 ottobre 2025 perché gli uffici avevano poco personale ed erano in ritardo con le varie cause da esaminare.

Ewa Aulin

Le azioni del figliastro incamerate senza pagarle bloccano oggi la maxifusione

Ed è proprio per questo motivo (la transazione non onorata e le diffide e ingiunzioni varie che ne sono derivate) che i Paladino non hanno potuto portare a termine la maxifusione immaginata che avrebbe fatto diventare la compagna di Conte una delle regine del mattone di Roma. Perché anche se non hanno mai pagato se non in minima parte il dovuto le due sorelle Olivia e Cristiana si sono subito intestate le azioni del fratellastro come prevedeva l’accordo, dividendosi l’impero di papà a metà. Non avendo però onorato i pagamenti, anche quel passaggio di intestazione rischia di essere revocato, mettendo a rischio ogni operazione di fusione. E quindi tutto è congelato, lasciando in difficoltà economica la famiglia di Shawn John Shadow (con figli adottati) che potrebbe essere milionaria ma oggi può contare solo sul lavoro di lui e uno stipendio inferiore ai 2 mila euro al mese.

La mediazione che ha preferito non fare mamma Ewa Aulin, la svedesina della Dolce vita

Da quando si è ritirata nel maniero nel grossetano, mamma Ewa ha voluto tenersi fuori dalle battaglie giudiziarie fra i tre figli, davanti ai suoi occhi tutti uguali. Ma ha interrotto i rapporti con il figlio, che più volte le ha chiesto di fare pressing sulle sorelle per la chiusura in bonis. La Aulin è ancora una donna di gran fascino per l’età (è del 1950), ma è ancora conosciuta come la bellissima svedesina che spezzò molti cuori nella Roma della Dolce Vita. I primi film a metà degli anni Sessanta diretti da Alberto Lattuada e Tinto Brass, una candidatura al Golden Globe come attrice esordiente battuta da Olivia Hussey. Ha recitato più volte con Jean-Louis Trintignant, con Donald Sutherland, con Gene Wilder e perfino una volta con Mino Reitano.

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