Se si vince al Superenalotto si deve dividere con il coniuge? C’è un trucco (illegale) per non farlo
Ha colpito molto la storia del 50enne di Caserta che, vincendo al superenalotto, rischia di dover dividere il premio multimilionario con la ex moglie. In tanti si chiedono se, in caso di vincita, al coniuge spetti o meno qualcosa. L’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’associazione avvocati matrimonialisti italiani, spiega a Il Messaggero quali sono i casi in cui si deve condividere una vincita alla lotteria. «Secondo la Cassazione, per le vincite al Totocalcio, se la coppia è in regime di comunione dei beni e non è intervenuta la separazione, il partner può chiedere la metà», spiega il legale. E il vincitore non può opporsi. «Per assurdo, può scappare con tutti i soldi all’estero in qualche paradiso fiscale. Altrimenti non c’è via. Ovviamente sarebbe stato un illecito, perché non si possono far venir meno i diritti al proprio partner», sottolinea. «Non rientrano le eredità e i beni acquistati prima della celebrazione del matrimonio. Ma le vincite, ad esempio al Totocalcio o Superenalotto, sì. Perché si arricchisce la propria posizione e quindi si deve dividere con l’altro coniuge, moglie o marito che sia», commenta Gassani. In Italia il 15 per cento delle coppie opta per il regime della comunione, il resto sceglie la separazione dei beni. «Se si compra casa – spiega – senza la firma della moglie, in automatico diventa anche sua. Se compro una macchina o qualsiasi cosa, va in comunione. Tranne i beni strumentali. Ad esempio, compro un computer per me o se sono un fotografo una macchina fotografa. In questo caso no. Ma tutto il resto a metà». anche 88 milioni.
(Marcos Bar dove è stato giocato il 6 vincitore del Jackpot del Superenalotto, Roma 21 marzo 2025. ANSA/FABIO FRUSTACI)
