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Utili in calo per le case farmaceutiche, che ora fuggono dai vaccini Covid e si concentrano sulla lotta al cancro

30 Marzo 2025 - 21:51 Gemma Argento
La tedesca BioNTech compra la pharma cinese e annuncia: «Presto fase 3 per vaccino anti tumore». I dati finora promettono efficacia al 70%

Per mesi al centro della lotta contro il Covid, il colosso tedesco BioNTech è stato uno dei punti di riferimento nello sviluppo e diffusione di vaccini a mRna. A quei tempi c’era l’urgenza di proteggersi da una catena di contagi feroce e inaspettata. Ora invece il bisogno è anche quello di restare sulla cresta dei ricavi. L’ultimo bilancio dell’azienda pioniera della pandemia ha registrato dati al ribasso. La domanda del mercato anti Covid continua a scendere e a quanto pare la nuova strada da perseguire per molte delle aziende farmaceutiche è quella che punta dritto verso il campo delle terapie oncologiche. Considerati gli elevati casi di tumore in tutto il mondo, una missione di ricerca più necessaria che mai e che a oggi sembra poter rappresentare la nuova strategia finanziaria per diversi colossi del settore. Nel caso di BioNTech, attualmente ancora in rapporto di collaborazione con Pfizer, altra protagonista della lotta al Covid, l’ultimo annuncio è stato quello dell’ufficiale avvio della Fase 3 di sperimentazione del vaccino contro il carcinoma polmonare a piccole cellule. Come spiegato anche durante la conferenza di presentazione del bilancio dell’ultimo trimestre 2024, il BNT327 ha l’obiettivo di inibire i tumori abili a mascherarsi da difese immunitarie del corpo e di sconfiggerli. Lo scopo generale invece dichiarato dai vertici del gigante tedesco è quello di ottenere la prima terapia oncologica approvata dal mercato entro il 2026.

I risultati della lotta contro il carcinoma polmonare

«Si tratta di un tumore con una notevole incidenza in tutto il mondo e per il quale rimane un elevato bisogno insoddisfatto», ha spiegato Ugur Sahin, Ceo di BioNTech durante la conferenza. La fase 1 e 2 della sperimentazione hanno riportato di dati sui tassi di risposta alla terapia con vaccino a mRna BNT327 pari al 70%, previsto in combinazione con la chemioterapia standard. «Si è cominciato l’arruolamento di pazienti nello studio globale di Fase 3. Il potenziale per migliorare i risultati clinici dei pazienti affetti è alto. Nel 2023 sono stati presentati dati che mostrano attività di BNT327 che ci portano a continuare». L’expertise di BioNTech nella tecnologia a mRNA è stata fondamentale per lo sviluppo rapido di vaccino contro il Covid. La stessa che ora viene reindirizzata verso la terapia oncologica: gli studi sono partiti indentificando specifiche proteine presenti nelle cellule tumorali ma assenti nelle cellule sane. A quel punto il lavoro da fare è sull’ mRNA, e cioè su quella molecola capace di codificare le informazioni durante la trascrizione del DNA e di portarle ai siti della sintesi proteica, dove le cellule costruiscono le proprie proteine. Dopo aver individuato le proteine specifiche delle cellule tumorali, vengono sintetizzate sequenze di mRna capaci di codificare antigeni che le contrastano. L’iniezione del vaccino BNT327, così come succede per tutte le altre formule a base mRNA, ha il compito di istruire le cellule dell’organismo a produrre antigeni specifici per il tumore, stimolando quindi una risposta immunitaria mirata. Oltre al promettente BNT237, l’annuncio dell’azienda farmaceutica tedesca è stato quello di poter condividere nei prossimi mesi aggiornamenti sulle immunoterapie antirumorali per esempio contro il melanoma. Secondo quanto spiegato dai ricercatori il Fix Vac su cui si sta sperimentando può essere applicato immediatamente rispetto ad altre soluzioni su cui hanno lavorato finora, come per esempio INEST, terapia che ha tempi di esecuzione compresi tra le sei e le otto settimane, «il che è davvero difficile in un contesto metastatico con tumori che tendono a progredire particolarmente».

Il fronte di ricerca che fa gola a molti

BioNTech non è l’unica ad aver messo le mani sul Fix Vac, anche Sanofi si sta dedicando alla messa in commercio della immunoterapia contro il melanoma. L’azienda farmaceutica francese sta sempre di più puntando sullo sviluppo di trattamenti innovativi per le persone affette da tumori rari. Il nuovo accordo stretto pochi mesi fa è stato quello la società biotecnologica statunitense RadioMedix in fase clinica che sviluppa radiofarmaci per l’imaging Pet e la terapia alfa mirata (Tat) per soddisfare esigenze mediche non ancora coperte nel trattamento del cancro. E ancora con Orano Med, altra società biotecnologica ma di origine sviluppatrice di terapie a base di piombo 212 contro il cancro. Il programma di ricerca risultato di queste alleanze sta concentrando tutte le sue forze su l trattamento di pazienti adulti con tumori neuroendocrini non operabili o metastatici. Si tratta di tipologie rare di cancro che si verificano principalmente nel tratto gastrointestinale e nel pancreas, ma possono manifestarsi anche in altri tessuti, come timo, polmoni e altri siti meno comuni, come ovaie, cuore e prostata. La terapia sperimentata chiamata AlphaMedix ha per ora ottenuto la designazione di Terapia Innovativa per i tumori neuroendocrini gastroenteropancreatici dalla FDA degli Stati Uniti.

La decisione dell’agenzia di controllo americana si è basata sui risultati degli studi clinici di fase 1 e 2 che hanno dimostrato una buona tolleranza di AlphaMedix e una significativa riduzione del carico tumorale, con un tasso di risposta duratura del 62,5%. A spostare le mire anche altri due nomi centrali per la lotta al Covid e soprattutto nello studio della tecnologia a mRNA. L’annuncio e l’obiettivo insieme di Pfizer e Moderna è quello di riuscire a salvare milioni di persone entro il 2030 grazie a nuovi ed efficaci vaccini contro il cancro. Il capo di Moderna Paul Barton sembra non avere dubbi: «Saranno vaccini personalizzati a seconda dei tipi di tumori», ha detto al Guardian, fornendo come tempistica di riferimento i prossimi cinque anni. Allo stesso modo il grande capo di Pfizer che assicura come presto l’azienda americana sarà in grado di essere il nuovo fiore all’occhiello delle cure anti cancro. «Abbiamo 10 studi clinici in corso», spiega Albert Bourla, «con risultati recenti convincenti per i pazienti affetti per esempio da un certo tipo di cancro metastatico del colon-retto».

Da Pfizer a BioNTech, il vero vaccino è quello salva guai finanziari?

Dalla conferenza sugli utili svoltasi a marzo 2025 BioNTech ammette un importante calo di ricavi: i 2,8 miliardi del 2024 rappresentano un dato in discesa rispetto ai 3,8 miliardi del 2023. E ancora nell’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso i profitti totali sono stati di 1,19 miliardi contro i 1,47 miliardi del 2023. «Un guadagno minore verificatosi per via della riduzione della domande nel mercato dei vaccini Covid»; spiega ancora Sahin, «inoltre le svalutazioni sulle scorte effettuate dal nostro partner Pfizer hanno ridotto la nostra quota di profitto lordo, influenzando negativamente i nostro profitti per il 2024». Tempi non proprio rosei per le casse del gigante tedesco con la registrazione per l’intero anno di una perdita netta di 665,3 milioni di euro. Numeri che hanno portato da un lato a diminuire da 950 a 1.350 le posizioni a tempo pieno fino al 2027, impegnate soprattutto nelle operazioni di ricerca in Europa e Nord America; e dall’altro ad aggiungere dagli 800 alle 1.200 posizioni nei nuovi impianti di produzione a mRNA in Germania. Un organico che l’azienda presenta come «relativamente stabile» e che è lo specchio di una strategia volta a cambiare direzione di mercato: la parentesi vaccini anti Covid è ufficialmente archiviata, la salvezza ora potrebbe essere la lotta al cancro, e di certo non solo per i pazienti in attesa di cure.

La pharma cinese nel mirino dei profitti

Per salvare ricavi in picchiata l’ulteriore decisione della casa farmaceutica tedesca BioNTech è stata l’acquisizione dell’azienda biotecnologica Biotheus: l’obiettivo è quello di potenziare la ricerca e la sperimentazione del prodotto di punta BNT327. Con 800 milioni di dollari di anticipo sborsati, il valore complessivo dell’alleanza Germania-Cina è arrivato a circa un miliardo di dollari, con l’acquisizione definitiva avvenuta poche settimane fa, nel febbraio del 2025. Un investimento non da poco considerate le difficoltà finanziare dell’azienda tedesca ma che evidenziano quanto la lotta contro il cancro sia al momento il campo di ricerca considerata salvezza anche per i conti che non tornano.

Pfizer ancora nei guai

Le ultime notizie che riguardano il colosso di Pfizer Inc. raccontano di un’indagine secondo cui i procuratori statunitensi approfondendo un’accusa relativa ai tempi dell’annuncio del vaccino Covid-19 dell’azienda. Il lavoro degli investigatori sta accertando la possibilità che Pfizer abbia la pubblicazione dei risultati positivi della sperimentazione del vaccino fino a dopo le elezioni presidenziali del 2020. Una nuova grana giudiziaria che ha fatto scendere nelle scorse ore le azioni dell’1,5%. L’accusa è stata presentata dalla casa farmaceutica britannica GSK dopo che un ex scienziato di Pfizer, ora in GSK, Phil Dormitzer aveva suggerito del posticipo dell’efficacia del suo vaccino. Dormitzer, figura chiave nella ricerca sui vaccini virali di Pfizer, ha poi negato di aver fatto tali dichiarazioni, affermando che il suo team ha lavorato diligentemente per ottenere l’autorizzazione all’uso di emergenza della FDA il prima possibile. Un’accusa arrivata anche dallo stesso presidente Trump, che insieme al suo segretario alla Sanità, Robert F. Kennedy Jr, non nasconda pareri pi che controversi sull’utilizzo dei vaccini anti Covid. L’obiettivo dunque per invertire una rotta che potrebbe danneggiare ancora di più i bilanci è quello di modellarsi al nuovo governo: dall’azienda simbolo dei vaccini Covid quella leader della lotta contro il cancro, così come ha tenuto a ribadire poche settimane fa lo stesso Ceo di Bourla.

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