Ultime notizie Andrea StroppaBonusGiorgia MeloniMyanmar (Birmania)Ucraina
POLITICAForza ItaliaRoberto GualtieriRoma

La pensata autonomista di Forza Italia: creare la provincia Porta Italia

30 Marzo 2025 - 07:05 Sofia Spagnoli
civitavecchia vista porto
civitavecchia vista porto
La proposta di legge, firmata da Alessandro Battilocchio, punta a creare la provincia nell'area di Civitavecchia. Lunedì la manifestazione dei sindaci

C’è una zona d’Italia in cui è viva «una forte spinta verso l’autonomia». E non parliamo delle terre tradizionalmente associate alla rosa a sei foglie della Lega Nord, la Pianura padana o il Veneto, come ci si aspetterebbe. Ma di un’area che si affaccia sul mar Tirreno, inaspettatamente nel cuore del Lazio. È il territorio che va da Civitavecchia a Fiumicino, una regione ricca di risorse e potenzialità. Qui, infatti, si trovano due infrastrutture fondamentali per la città metropolitana di Roma e per l’Italia intera: il porto di Civitavecchia e l’aeroporto di Fiumicino, che ogni anno accolgono milioni di visitatori e movimentano persone e merci in tutta Italia. Questa zona da diversi anni sta lavorando per poter diventare una provincia a sé. È una questione che affonda le sue origini in decenni di tentativi e raccolte firme, ma che dal 4 dicembre ha fatto un passo in avanti, con la presentazione ufficiale di una proposta di legge (pdl), sostenuta da Forza Italia. E come si chiamerebbe questa Provincia? Un nome già ci sarebbe: «Porta Italia», risponde Alessandro Battilocchio.

Le città che ne farebbero parte

Chi proviene dalla zona presa in questione conosce Alessandro Battilocchio. Deputato di Forza Italia, europarlamentare e sindaco di Tolfa, uno dei comuni che rientrerebbero nel perimetro di questo nuovo comprensorio, a cui si aggiungono Civitavecchia, Tarquinia, Ladispoli, Montalto di Castro, Monte Romano, Santa Marinella, Allumiere e Fiumicino, tutti attualmente sotto la giurisdizione della città metropolitana di Roma. E porta la sua firma la pdl che è stata depositata. I consigli comunali di queste località si sono già tutti espressi favorevolmente e sono pronti a proseguire con l’iniziativa. L’unica città che ha revocato la richiesta di adesione è Civitavecchia, che, dopo il cambio di amministrazione avvenuto il 25 giugno, con il nuovo sindaco Marco Piendibene (scelto dal centrosinistra e dal M5S), ha deciso di fare un passo indietro. Ma è partita una raccolta firme molto partecipata sul territorio.

Perché Porta di Roma?

Poi c’è il discorso sulla scelta del nome. Perché “Porta Italia”, invece di unire semplicemente tutte le città sotto la provincia di Civitavecchia, una città importante e conosciuta già di per sé in tutta Italia, possibilità tra l’altro già contemplata in passato? «Abbiamo scelto il nome Porta Italia per sottolineare l’importanza di questa zona, che è una vera e propria porta d’ingresso nel nostro Paese. Con il suo porto, il primo terminal crocieristico d’Italia e uno dei più importanti in Europa, e l’aeroporto, un hub in testa a tutte le classifiche europee», spiega il deputato di Fi.

I problemi delle città metropolitane

La ragione principale che ha portato alla formulazione della proposta (che, comunque, prima di diventare legge richiederebbe tempi piuttosto lunghi) è la volontà di svincolarsi dalla città metropolitana di Roma. «Roma è una città complessa. Non per una cattiva amministrazione, ma perché gestire una realtà di queste dimensioni è estremamente difficile», afferma Battilocchio. E aggiunge: «Bisognerebbe rivedere il concetto di città metropolitane, che, come modello amministrativo, fatica a trovare una propria strada». «Se questa legge passasse, verrebbe finalmente data voce a una forte richiesta di autonomia», spiega il deputato di Forza Italia. Per lui, si tratterebbe di un passo decisivo, non legato a un interesse partitico, ma alla necessità di una «funzionalità amministrativa più efficiente». La zona che dovrebbe entrare a far parte di Porta Italia, secondo Battilocchio, è ora «immersa nel vasto mare magnum della città metropolitana e fatica a ottenere l’importanza che meriterebbe».

I contrasti con la Capitale

Ma dalla Capitale non mancano le perplessità: «È chiaro che c’è un po’ di resistenza e contrarietà da parte dell’amministrazione romana», ammette l’azzurro. Nel testo della proposta di legge, si afferma che tra gli obiettivi c’è «lo snellimento dell’apparato burocratico», ma con un approccio che non vuole competere con la Capitale. «Puntiamo a una visione di aggregazione che non entra in conflitto con quella capitolina, ma si propone come autonoma e complementare», si legge.

L’incontro con i sindaci

Per riportare il tema all’attenzione pubblica, è stato organizzato un evento di presentazione per lunedì 31 marzo, a cui parteciperanno anche gli amministratori di tutti i comuni coinvolti. Si terrà alle ore 10.30, a Palazzo San Macuto, a Roma.

Articoli di POLITICA più letti
leggi anche