Happy, il ragazzo nigeriano che pulisce le strade di Padova. Il giudice: «Per lui niente espulsione». Il migrante: «Ora voglio imparare l’italiano»


Doveva essere espulso, ma quando il giudice ha visto le foto di quello che fa ogni giorno, ha deciso che potrà rimanere in Italia almeno fino al 2030. Il protagonista della storia si chiama Happy Ijebor. Ha 28 anni e viene dalla Nigeria, da cui è scappato perché, come racconta lui stesso al Corriere del Veneto, nel suo Paese d’origine è perseguitato per motivi religiosi. Dal 2016 vive a Padova, dove è molto noto perché non avendo un lavoro, in questi otto anni si è reso utile pulendo le strade e i marciapiedi dei quartieri nella zona Sud-Ovest della città.
La protezione internazionale negata
Per due volte la commissione territoriale gli ha negato la protezione internazionale e il relativo diritto a restare su suolo italiano. «Manifesta infondatezza», ha scritto riguardo le motivazioni del giovane nigeriano, invitandolo a lasciare il nostro paese. Temendo il rimpatrio, Happy ha presentato ricorso. Dopo un’intensa battaglia legale, assistito da Aleksandra Stukova, dottoressa in legge dello studio dell’avvocata Caterina Bozzoli, il giudice ha concesso la sospensione della decisione della commissione fino al 2030, rilevando che la commissione non ha rispettato i tempi della procedura accelerata che era stata applicata al caso di Happy.
«L’Italia mi piace»
In un’intervista rilasciata a Pierfrancesco Carcassi, Happy si dice felice della sentenza di sospensione, e assicura che non smetterà di pulire le strade di Padova: «Lavoro come prima (dà due colpi di ramazza, ndr). Ma sono molto, molto felice. L’Italia mi piace e ci tengo a stare qui, non voglio andare in altri Paesi in Europa». Il percorso che Happy ha seguito per arrivare fin qui, come quello di molti altri nella sua situazione, non è stato facile. Il 28enne racconta di aver attraversato «il deserto, la Libia, il Mediterraneo». Poi, «mi hanno portato in due campi (gli hub di accoglienza nel periodo più intenso degli sbarchi, ndr), prima nell’ex base militare di Bagnoli (nel Padovano, ndr), e poi a Torreglia».
«Così ho iniziato a pulire le strade»
L’Italia non gli ha dato subito l’opportunità che cercava, così Happy ha deciso di crearsela: «Quando sono uscito dai campi non sapevo che fare, ero da solo. Non avevo documenti, non avevo un lavoro. Nel 2020 mi sono detto: che posso fare? Io non faccio casino, non voglio problemi, non posso andare avanti a elemosine. Con i pochi soldi che avevo ho comprato scopa e sacchetti e ho cominciato. Pulisco tutta la via, qui e in altri quartieri, lavoro dalle 8 alle 12 o alle 13 quando serve. Raccolgo foglie e sporcizia in un sacchetto e le butto nel cestino». Ora Happy non fa più l’elemosina, ma molti si fermano per dargli qualche moneta e salutarlo se lo vedono in giro. Qualcuno gli chiede anche di spazzare il proprio giardino.
La famiglia in Nigeria
Vive «in casa di un amico a Padova, in un altro quartiere. Contribuisco alle spese con i soldi che riesco a raccogliere. Ma spero di riuscire a trovare un lavoro e di imparare l’italiano», racconta. Ora ha quattro anni e mezzo di tempo per farlo. «Ero elettricista, ma vorrei cambiare: mi andrebbe bene anche fare il magazziniere. Lì ho una moglie e tre figli, li sento ogni settimana, quando va bene. Un giorno spero di portarli qui in Italia». Non li ha ancora avvisati della buona notizia. «No, no, è troppo presto. Prima di farlo voglio aspettare che le cose si sistemino, di essere stabile e di avere un lavoro».