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L’avvertimento alle aziende italiane dall’ambasciata Usa sui dipendenti: basta inclusione ed equità per chi lavora col governo Trump

30 Marzo 2025 - 09:48 Giulia Norvegno
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Ai fornitori italiani, come già avvenuto in Francia e Spagna, è stato comunicato di adeguarsi alle linee della nuova amministrazione Usa sulla gestione del personale. Stop quindi alle politiche Dei e Deia a tutela di disabili e categorie svantaggiate, considerate dal nuovo presidente americano «discriminazioni illegali»

Se le aziende italiane vogliono continuare a lavorare con il governo degli Stati Uniti, dovranno adeguarsi alle politiche del personale imposte da Donald Trump. Così come già avvenuto in Francia e Spagna, anche l’ambasciata Usa a Roma ha scritto alle società appaltatrici italiane perché comincino ad adeguarsi. Lo stop riguarda le politiche di «Diversità, equità e inclusione» (Dei) e di «Diversità, equità, inclusione e accessibilità» (Deia), che già negli Stati Uniti stanno subendo un drastico ridimensionamento a cominciare dalla pubblica amministrazione.

Come già avvenuto con le ambasciate americane di Madrid e Parigi, anche quella italiana ha iniziato a scrivere alle aziende fornitrici locali. Al Corriere della Sera, l’ambasciata di via Veneto ha confermato: «Il nostro impegno con i partner locali è conforme alle politiche e alle procedure del governo statunitense». Quelle politiche che puntavano a tutelare minoranze e categorie sociali svantaggiate per motivi di disabilità, etnica o di genere erano state definite da Trump come «discriminazioni illegali». Chi le segue, insomma, non può lavorare con il governo americano e, in Italia non si fa eccezione, entro cinque giorni dovrà chiarire la propria politica del personale.

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