Alberto Stasi: «La mia condanna come un cancro, ma ho la coscienza pulita. Sempio? Non abbia paura della verità»


Andrea Sempio? «Mai visto e mai sentito, se non adesso». Le nuovi indagini? «Uno tsunami di emozioni». Insieme alla necessità che «esca la verità, che non è ancora emersa». In un’intervista esclusiva ad Alessandro De Giuseppe del programma Le Iene, andata in onda domenica sera su Italia 1, Alberto Stasi ha ribadito la sua innocenza. Condannato a 16 ani per l’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi il 13 agosto di 18 anni fa a Garlasco, il «biondino dagli occhi di ghiaccio» ha accolto con favore gli ultimi sviluppi delle indagini: «Mi auguro che si possa arrivare alla verità, alla giustizia, per Chiara soprattutto, per la sua famiglia, per tutti quanti. È una cosa a cui tengo molto». Per quanto i genitori di Chiara Poggi abbiano già la loro verità, che è anche quella giudiziaria.
Gli anni di carcere: «Come un cancro, ti logorano dentro»
«È come quando ti viene diagnosticato un cancro. Ti capita, in qualche modo devi reagire. Io almeno ho la leggerezza della coscienza che mi aiuta». Con queste parole Stasi, oggi 42enne, ha parlato degli ultimi diciotto anni della sua vita. «È il senso di non avere il peso di quello che è successo che ti logora dentro… In qualche modo ti fa vivere la questione come un incidente della tua vita, molto grave, molto brutto ma che riesci ad affrontare». E forse episodi come quello delle ultime settimane, con la clamorosa riapertura delle indagini da parte della procura di Pavia con l’ausilio dei carabinieri di Milano, hanno aiutato in questo senso: «È uno tsunami di emozioni. Quello che ho a cuore è che salti fuori la verità, che venga alla luce tutto quello che deve emergere, che non è ancora emerso. Nient’altro».
Le indagini e i legami con Sempio
Mentre Stasi continua il viavai dal carcere di Bollate per la sua «giornata tipo di chi va al lavoro», al centro delle nuove indagini c’è Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi e ora indagato per omicidio volontario. Alle Iene, Alberto Stasi ha negato categoricamente qualunque contatto con lui: «Non ci conosciamo, non l’ho mai visto se non adesso, ovviamente, e nel 2017 (quando era stato indagato una prima volta, ndr). Era un amico del fratello e quindi, anche da un punto di vista di età, insomma, totalmente estraneo alla mia cerchia di amicizie e di conoscenze, quindi mai visto, mai sentito». La procura di Pavia ha chiesto al gip un maxi incidente probatorio durante il quale analizzare una lunga lista di reperti sequestrati nella villetta di via Pascoli e mai analizzati. Così come su tamponi e oggetti ritrovati negli archivi di Medicina legale. Ma soprattutto per analizzare in contraddittorio il materiale genetico trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, che secondo gli inquirenti sarebbe «utilizzabile» e porterebbe proprio a Sempio.
Stasi e l’uscita dal carcere
«Io sono sempre assolutamente garantista. Sono comunque convinto che non si debba mai avere paura della verità e che quindi non ci sia motivo di sottrarsi a nessun tipo di accertamento della verità», ha detto Stasi parlando proprio di Sempio. E ci ha tenuto a puntualizzare che dalle nuove indagini lui – a livello giudiziario – non guadagna nulla: «Io tra pochi mesi potrei anche essere definitivamente a casa. Non sono questi pochi mesi che per me fanno la differenza, ho motivazioni più profonde, insomma. Sarebbe molto più importante per me, per la mia famiglia e per Chiara, trovare la verità».