La prof «vittima del nuovo codice della strada»: «Ho fatto un incidente per una crisi epilettica. Mi hanno tolto la patente perché positiva alla cannabis»


Elena Tuniz è una professoressa di scuola superiore. Il 7 gennaio scorso ha avuto un malore mentre guidava a causa del quale è rimasta coinvolta in un incidente stradale. Ha perso coscienza e si è risvegliata in ambulanza. Stava andando in ospedale, dove avrebbe scoperto che il malore e l’incidente sono stati il frutto di un attacco epilettico. «Non ne avevo mai avuti prima», racconta in un video pubblicato dalla pagina dell’associazione Meglio Legale, associazione schierata a favore della legalizzazione della cannabis che segue il suo caso. Infatti, le analisi effettuate sulla docente una volta raggiunto l’ospedale hanno evidenziato una positività al Thc che l’insegnante definisce «dubbia». Ma soprattutto, hanno messo in secondo piano, racconta ancora Tuniz nel video, la vera causa dell’incidente: l’attacco epilettico.
Il ritiro della patente anche per chi è sobrio
Infatti, come disposto dall’articolo 187 del nuovo codice della strada, alla professoressa è stata ritirata la patente per un anno. Inoltre, Tuniz è coinvolta in un processo in cui rischia fino a due anni di carcere e una sanzione di 12 mila euro. Infatti, secondo il testo fortemente voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, le forze dell’ordine non devono più accertare lo stato di alterazione psicofisica per applicare le sanzioni previste in caso di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Ora è sufficiente un test, che però può risultare positivo anche a diversi giorni dall’eventuale assunzione di cannabis, o semplicemente dare risultati erronei, di fatto condannando una persona sobria. Ironia della sorte, commenta Tuniz, i farmaci che ora deve assumere per trattare l’epilessia sono a base di cannabinoidi.
La questione di legittimità costituzionale
Meglio Legale sta seguendo il caso della professoressa con l’obiettivo dichiarato di dimostrare l’incostituzionalità della norma. L’associazione sostiene infatti che questa trasformi un illecito amministrativo (il consumo di cannabis per uso personale) in un reato, senza che questo si manifesti effettivamente in un fatto tangibile e materiale (la guida in stato di alterazione), requisito necessario per parlare di reato secondo l’ordinamento giuridico italiano. Una prospettiva di cui Salvini sembra per altro essere consapevole. «Il messaggio è molto chiaro: se ti stronchi di canne, ti impasticchi in discoteca o sniffi a tempo perso e ti metti al volante, lucido sì o lucido no io ti ritiro la patente e fino a tre anni non la rivedi più», aveva dichiarato parlando del nuovo codice della strada nell’estate del 2023.