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Piantedosi e la tutela legale per i poliziotti indagati: «Vogliamo solo il sostegno economico»

31 Marzo 2025 - 08:29 Alba Romano
Albania Matteo Piantedosi Nuovi Cpr
Albania Matteo Piantedosi Nuovi Cpr
Il ministro dell'Interno: presto la legge

Il governo lavora a un provvedimento per garantire la tutela legale degli agenti delle forze dell’ordine indagati per atti commessi in servizio. «Nessuna immunità. Ci mancherebbe. È respinta dalle stesse organizzazioni sindacali dei poliziotti», spiega al Messaggero il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Secondo Piantedosi «l’idea è quella di ricercare un modo che possa evitare che siano sempre automaticamente esposti a una serie di adempimenti che poi si rivelano pesanti e sproporzionati sul piano economico e professionale, per tempi molto lunghi prima che si accerti la loro innocenza».

Sostegno economico e tutela legale

Con la prossima approvazione del disegno di legge Sicurezza «puntiamo esclusivamente al sostegno economico alla tutela legale: in molti casi, sospensioni e spese legali rappresentano una condanna anticipata», prosegue il ministro. «Non inciderà minimamente sui processi, ma è giusto che lo Stato anticipi le spese legali di chi svolge un lavoro obbiettivamente più difficile e rischioso». Il capo di Stato maggiore della Difesa Portolano sostiene che bisogna rivedere la missione e l’organico di Strade sicure. «I militari dell’esercito impegnati nell’operazione Strade sicure svolgono un ruolo molto importante di concorso al controllo del territorio delle forze di polizia che è apprezzatissimo dai cittadini. Vanno tenute nella debita considerazione le future esigenze delle forze armate che hanno le loro necessità organizzative. Ma il governo ha già assicurato la copertura finanziaria per il triennio proprio per garantirne la prosecuzione».

Albania

Piantedosi chiude con il nuovo decreto sull’immigrazione ci sarà il trasferimento dei migranti nei Cpr italiani in Albania. «Nessuno stravolgimento. Abbiamo aggiunto ulteriori possibilità di svolgimento di funzioni già previste e per le quali i centri in Albania sono già attrezzati – precisa -. Peraltro, senza che i centri cambino nessun altro aspetto della loro originaria funzionalità che, nei prossimi mesi, è destinata a riprendere a pieno regime».

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