Il governo Meloni e l’investimento sulla startup del nucleare Newcleo per portare mini reattori «dove servono»


Il ruolo che giocherà lo Stato nel ritorno dell’energia nucleare in Italia potrebbe essere ben diverso da quanto avevano promesso i ministri del governo Meloni. A febbraio, l’esecutivo ha votato il proprio via libera al disegno di legge sul nucleare, che di fatto spiana la strada per il reinserimento dell’energia atomica nel mix energetico italiano. Nel lungo iter che ha preceduto la stesura del provvedimento, il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, aveva assicurato che il governo si sarebbe limitato a regolamentare la questione, senza mettere soldi di tasca propria per la progettazione e la costruzione di nuovi impianti. «Lo Stato si limiterà a essere un soggetto regolatore, saranno eventualmente i distretti industriali o le singole aziende a dotarsi di piccoli reattori modulari», diceva Pichetto Fratin in un’intervista a Repubblica di fine 2023.
La mossa del governo su Newcleo
A distanza di poco più di un anno, il governo ha mantenuto l’impegno di approvare un disegno di legge sul nucleare. Sul ruolo che dovrebbe giocare lo Stato, invece, Pichetto Fratin sembra aver cambiato idea. Secondo l’Ansa, infatti, l’esecutivo di Giorgia Meloni starebbe pensando di investire 200 milioni di euro per diventare azionista di riferimento di Newcleo, società italiana leader nella progettazione di reattori nucleari di terza generazione avanzata e quarta generazione. L’operazione, che non è stata ancora confermata direttamente dal governo, prevedrebbe l’ingresso entro la primavera attraverso una o più società controllate dallo Stato, che arriverebbe così a controllare il 27% circa del capitale di Newcleo.
Da «soggetto regolatore» agli investimenti diretti
Un’eventuale partecipazione dello Stato in Newcleo testimonierebbe la volontà del governo di giocare un ruolo di primo piano nel ritorno del nucleare in Italia. Se fino a pochi mesi fa Pichetto Fratin prometteva un impegno esclusivamente normativo, ora le intenzioni sembrano decisamente diverse. «Il governo intende sostenere concretamente il rafforzamento della filiera industriale nazionale dedicata all’energia nucleare innovativa», si legge in una nota diffusa oggi dal ministero dell’Ambiente e da quello delle Imprese. Urso e Pichetto Fratin hanno confermato «la piena convergenza sull’interesse strategico del governo affinché l’Italia partecipi attivamente alla realizzazione di tecnologie innovative nel settore», con particolare attenzione – precisa la nota dei due ministeri – «ai progetti promossi da Newcleo».
Urso: «L’Italia è all’avanguardia sul nucleare»
Una (mezza) conferma di quanto riportato dall’Ansa arriva dallo stesso Adolfo Urso, il ministro che insieme a Pichetto Fratin sta seguendo più da vicino il dossier nucleare. Durante un evento a Mola di Bari, il titolare del ministero delle Imprese ha assicurato che il governo sta «lavorando per supportare le imprese italiane che hanno brevetti e tecnologie, ricerca, per consentire al nostro Paese di realizzare in Italia i reattori nucleari di nuova generazione». Urso ha ribadito la volontà dell’esecutivo di puntare non tanto sulle grandi centrali, quanto sui «piccoli reattori realizzati su base industriale», che «potranno essere trasportati in un container laddove le imprese e distretti in Europa e nel mondo lo chiederanno per fornire energia sicura, a basso costo ed in maniera continuativa». In questo settore, ha assicurato il titolare del Mimit, «l’Italia può fare molto, perché grazie ai centri di ricerca, alle università e alle aziende che non hanno mollato, oggi è all’avanguardia sul nucleare del futuro».
Foto copertina: ANSA/Angelo Carconi | Il ministro delle Imprese Adolfo Urso e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin in una foto del 2023