Scoperte strutture misteriose sotto la piramide di Chefren? La teoria infondata di Corrado Malanga


Diverse condivisioni Facebook stanno rilanciando le conclusioni dell’ultima controversa ricerca condotta da Corrado Malanga assieme a Filippo Biondi. Si parla della scoperta di strutture misteriose sotto la piramide di Chefren nella piana di Giza, in Egitto. Si tratterebbe della scoperta di conoscenze perdute di una antica civiltà, come la leggendaria Atlantide o di tecnologia non umana? Niente di tutto questo. Vediamo perché.
Per chi ha fretta:
- Uno studio dimostrerebbe l’esistenza di strutture misteriose sotto la piramide di Chefren.
- In realtà al momento esiste solo una conferenza stampa sul tema.
- Tecniche ed evidenze illustrare dai ricercatori nono sono considerate valide dagli esperti che le hanno analizzate.
Analisi
Le condivisioni sulla presunta tecnologia avanzata sotto la piramide di Chefren si presentano con la seguente didascalia, ispirata alle presunte scoperte di Malanga e Biondi:
Questo cambierà completamente la storia! Una scoperta senza precedenti sfida ciò che credevamo sulle piramidi
Per anni, l’umanità ha considerato le piramidi d’Egitto semplici tombe monumentali costruite con strumenti primitivi. Tuttavia, una recente scoperta archeologica potrebbe cambiare tutto. Due ricercatori italiani dell’Università di Pisa, Filippo Biondi e Corrado Malanga, hanno realizzato una mappatura avanzata con tecnologia radar sulla Piramide di Kefren e rivelato strutture nascoste che sfidano la nostra comprensione dell’antichità.
La prima cosa che trovarono fu una serie di cinque strutture identiche alla base della piramide, tutte interconnesse attraverso passaggi con schemi geometrici. Ciascuna di queste costruzioni contiene cinque livelli orizzontali e un tetto inclinato, suggerendo un design altamente complesso e preciso.
Tuttavia, la cosa più scioccante della scoperta è stata quella che è stato trovato sotto: otto enormi strutture cilindriche con spirali intorno a loro, scendendo fino a una profondità di 648 metri. Questi cilindri sono allineati in due gruppi di quattro e perfettamente orientati da sud a nord, il che indica un livello di pianificazione e simmetria che difficilmente potrebbe essere attribuito a civiltà primitive.
Ancora più sorprendente, questi otto pilastri poggiano su due gigantesche strutture cubiche di circa 80 metri per lato. La cosa più sconcertante è che, secondo lo studio, queste strutture continuano ad estendersi fino a 2 chilometri sotto terra, il che apre la possibilità che ci siano ancora più segreti in attesa di essere scoperti.
Questa scoperta senza precedenti rafforza la teoria secondo cui le piramidi non erano semplici tombe, ma svolgevano una funzione molto più avanzata, probabilmente legata a una tecnologia a noi sconosciuta. L’idea che le civiltà antiche fossero rudimentali è in discussione. Siamo davanti alla prova di una conoscenza perduta? O anche di fronte alla possibilità di una tecnologia non umana?
L’impatto di questa ricerca è appena all’inizio, ma se questi dati venissero confermati, potrebbero cambiare per sempre la nostra percezione sulla storia dell’umanità e sui veri misteri che nascondono le piramidi. Questo cambierà completamente la storia! Una scoperta senza precedenti sfida ciò che credevamo sulle piramidi
Per anni, l’umanità ha considerato le piramidi d’Egitto semplici tombe monumentali costruite con strumenti primitivi. Tuttavia, una recente scoperta archeologica potrebbe cambiare tutto. Due ricercatori italiani dell’Università di Pisa, Filippo Biondi e Corrado Malanga, hanno realizzato una mappatura avanzata con tecnologia radar sulla Piramide di Kefren e rivelato strutture nascoste che sfidano la nostra comprensione dell’antichità.
La prima cosa che trovarono fu una serie di cinque strutture identiche alla base della piramide, tutte interconnesse attraverso passaggi con schemi geometrici. Ciascuna di queste costruzioni contiene cinque livelli orizzontali e un tetto inclinato, suggerendo un design altamente complesso e preciso.
Tuttavia, la cosa più scioccante della scoperta è stata quella che è stato trovato sotto: otto enormi strutture cilindriche con spirali intorno a loro, scendendo fino a una profondità di 648 metri. Questi cilindri sono allineati in due gruppi di quattro e perfettamente orientati da sud a nord, il che indica un livello di pianificazione e simmetria che difficilmente potrebbe essere attribuito a civiltà primitive.
Ancora più sorprendente, questi otto pilastri poggiano su due gigantesche strutture cubiche di circa 80 metri per lato. La cosa più sconcertante è che, secondo lo studio, queste strutture continuano ad estendersi fino a 2 chilometri sotto terra, il che apre la possibilità che ci siano ancora più segreti in attesa di essere scoperti.

Cosa c’è sotto la piramide di Chefren?
Secondo il fact-checking di Geopop, basate sulla consultazione di esperti, la presunta scoperta sotto la piramide di Chefren «è una fake news bella e buona». Tali scoperte sarebbero state fatte nell’ambito del progetto The Khafre Research Project SAR Technology, condotto da Corrado Malanga, Filippo Biondi, Armando Mei e Nicole Ciccolo. Ma al momento non esiste uno studio in merito. Abbiamo solo le “rivelazioni” presentare in una conferenza stampa, che potete recuperare nel canale YouTube di Ciccolo. La ricerca a cui si fa riferimento è invece una precedente pubblicazione del 2022, che riguardava la piramide di Cheope. La rivista in questione appartiene alla casa editrice MDPI, già oggetto di critiche per precedenti pubblicazioni dalla discutibile peer review, finendo persino tra le papabili nella blacklist dell’editoria potenzialmente predatoria dell’ex bibliotecario e debunker Jeffrey Beall. Trovate maggiori approfondimenti qui, qui e qui.
Durante la conferenza stampa Malanga e Biondi annunciano quindi di aver individuato cinque nuove camere sconosciute collegate tra loro alla base della piramide di Chefren, oltre a otto strutture cilindriche verticali cave, simili a pozzi, circondate da percorsi discendenti elicoidali. Queste strutture si addentrerebbero nel sottosuolo dell’altopiano di Giza fino a una profondità di 648 metri e terminerebbero in due grandi cubi di 80 metri di lato. Gli autori parlano anche di ulteriori strutture artificiali a ben 2 km di profondità sotto le piramidi egizie. Ma il suddetto progetto di ricerca non risulta esistente negli ambienti accademici, ad eccezione del già citato canale YouTube di Ciccolo, luogo dove riscontriamo temi sugli alieni e il simbolismo occulto.
Ad oggi, non è disponibile alcun articolo scientifico sulla ricerca in questione. Dal precedente già citato, sappiamo che si utilizza la Synthetic Aperture Radar (SAR). Il problema è che tale si impiega per l’acquisizione di dati di superficie, non per l’analisi di strutture profonde nel sottosuolo. Pertanto, non è chiaro come il team possa aver ottenuto dati significativi a centinaia di metri di profondità con tale metodo. Inoltre, la metodologia con cui i ricercatori sarebbero passati dai dati SAR a modelli 3D così dettagliati rimane oscura. Gli esperti sottolineano che l’interpretazione di dati geofisici come quelli SAR richiede competenze specifiche e che il passaggio da chiazze di colore a strutture tridimensionali definite, come cilindri e cubi, senza una solida base scientifica, appare infondato.
Il progetto ScIDEP
Studi precedenti condotti con tecniche non invasive come la tomografia a muoni, tra cui l’autorevole progetto ScIDEP, hanno ripetutamente dimostrato che nella piramide di Chefren, oltre alle camere già note, non vi è altro che solida pietra. Questo contrasta fortemente con le affermazioni del Progetto Chefren. Per maggiori approfondimenti suggeriamo la visione della live condotta da archeologi sul canale YouTube Archeomilla, specializzato anche nella fact-checking della disinformazione in ambito archeologico:
Le reazioni all’estero
Come riportato da Euronews, diversi esperti hanno bollato la teoria come «enorme esagerazione» (Lawrence Conyers, esperto di radar dell’Università di Denver) e che sostenitori della teoria si sarebbero «completamente sbagliati» (archeologo egiziano Zahi Hawass).
Conclusioni
Non esiste un vero e proprio studio che dimostrerebbe la presenza di misteriose strutture sotto la piramide di Chefren. Per tanto non è stato possibile prendere in esame prove verificabili. Mentre autorevoli progetti come il ScIDEP avevano già mostrato che non c’è niente di sensazionale sotto le strutture già note.
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