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Vendevano paternità in cambio di sigarette, tre arresti a Roma: la rete per favorire permessi di soggiorno per le madri

01 Aprile 2025 - 08:33 Ugo Milano
roma falsa paternità sigarette
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A capo dell'organizzazione un uomo di origine sinti. I padri naturali sborsavano fino a 3mila euro agli intermediari, che organizzavano tutto. Fino al battesimo

Il finto riconoscimento della paternità di figli nati da madri extra-comunitarie era comprato con poco: a volte bastava un pacchetto di sigarette o qualche pasto gratuito per accaparrarsi il servizio, completo anche di cerimonia di battesimo. Un sistema ben rodato, gestito da un uomo di origine sinti con base nel campo nomadi di Arco di Travertino a Roma, con l’obiettivo di favorire i permessi di soggiorno per le donne. Per tre persone sono scattate le manette, altre quattro sono state sottoposte a perquisizione personale e domiciliare. Secondo la procura di Roma, non era inusuale anche l’uso di pressioni e minacce a danno del presunto padre.

Il costo di 3mila euro e il ruolo dei padri naturali

Il metodo operativo era semplice: ottenere il riconoscimento di paternità da parte di cittadini italiani. In alcuni casi la finzione era montata fino al battesimo, a cui avrebbe preso parte il padre putativo. Il falso ideologico era “venduto” a prezzi stracciati e, secondo la procura di Roma, era innescato dalla volontà dei padri naturali. Erano proprio questi che, preso contatto con l’intermediario dell’organizzazione, versavano ingenti somme di denaro – anche 3mila euro – per la paternità fittizia. Secondo gli inquirenti, era comune anche l’uso di intimidazioni nel caso in cui il “nuovo” padre avesse deciso di tornare sui suoi passi e rinunciare a riconoscere il minore come suo. In un’occasione, sarebbe stato lo stesso padre naturale a minacciare quello fittizio «rivendicando i 3mila euro che lui stesso aveva versato all’intermediario per portare a termine il finto riconoscimento». Le minacce spesso erano estese anche ai familiari dei cittadini italiani.

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