«Mandi quei vigili fuori dai cogl****»: quando Scajola voleva fermare un sopralluogo per abusi edilizi


«Mandi quei vigili fuori dai coglioni». A dirlo è il sindaco di Imperia Claudio Scajola. Dall’altra parte del telefono c’è l’ex comandante dei vigili della provincia ligure Aldo Bergaminelli, oggi in servizio a Roma. E quell’audio è stato ascoltato in tribunale nel processo che vede l’ex ministro di Berlusconi accusato di favoreggiamento. Perché ha tentato di interrompere un sopralluogo per abusi edilizi in un terreno di proprietà di un meccanico: Antonio Maiolino. La storia la racconta oggi La Stampa.
Le pressioni
Bergaminelli, ascoltato ieri come teste, ha raccontato di aver iniziato a registrare le telefonate con Scajola per via di alcune pressioni ricevute. «In un caso, nel 2018, mi chiese di togliere una multa per divieto di sosta a un commerciante. Lo chiamò davanti a me e gli disse: “Sa chi sono io. Pagherò io la sanzione”. Vissi male quell’episodio. Mi chiese anche di non denunciare per resistenza un cittadino», ha detto. Poi ci sono le due telefonate. Una sul meccanico: «Sono arrivati i vigili urbani a contestare qualcosa adesso. Chi ce li ha mandati?». E Bergaminelli: «C’era un esposto, segnalato anche dai carabinieri». Scajola: «Ma lei lo sa che c’è in corso una sanatoria? Si informi prima di mandare, no? Li mandi via, li mandi fuori dai coglioni sti vigili, ha capito bene?».
La seconda chiamata
La sanatoria in realtà non esisteva. Si trattava di un foglio negli uffici comunali senza alcun valore. La seconda chiamata riguarda una presunta aggressione ai danni di Scajola. Bergaminelli presenta un’informativa in procura. Scajola gli telefona: «Leggo qui che la polizia locale deposita una relazione in procura. Chi ve lo ha detto?». E ancora: «Lei non è in grado di fare il comandante, se ne deve andare. Lei non sa il suo lavoro. Lei avvisa me. Adesso venga immediatamente in Comune con la relazione».
La difesa di Scajola
In udienza alla fine è il sindaco a prendere la parola: «Va precisato perché mi sono interessato del caso Maiolino. Parliamo di un signore di una famiglia con deboli entrate economiche, che svolgeva il mestiere di meccanico. L’officina era in un’area da cui doveva spostarsi. Non conosco l’area e non ho mai visto Maiolino. Ho chiesto solo se era possibile trovargli una collocazione. Quando ho saputo del sopralluogo ho chiamato il comandante e, devo dire con toni sgarbati, ma che vanno contestualizzati, gli ho chiesto di mandare via i vigili. Volevo risolvere il problema. Non è un favoreggiamento. L’ho fatto e lo rifarei oggi e domani».
Il secondo episodio
Sul secondo episodio: «A Costa d’Oneglia ero stato spintonato da un ragazzo, c’era stato un diverbio. Chiesi alla polizia di identificarlo. Poi lo ricevetti in Comune, mi raccontò una situazione difficile della sua vita, della sua famiglia. Mi commosse e promisi di aiutarlo. Poi lessi sul giornale che lo avevamo denunciato alla procura. Questo è il motivo della telefonata al comandante. La querela la faccio io. Non è possibile che si faccia un esposto su questo fatto senza aver avvertito la persona offesa».