La storia dello youtuber arrestato per aver raggiunto l’isola (proibita) di una tribù isolata dal mondo


Mykhailo Polyakov, un turista statunitense e youtuber di 24 anni, è stato arrestato dalla polizia indiana per aver tentato di raggiungere illegalmente l’isola di North Sentinel, nell’Oceano Indiano, dove vive una delle tribù più isolate e protette al mondo: i Sentinellesi. L’isola è stata dichiarata riserva tribale protetta dal governo indiano nel 1956 e ogni tipo di accesso è vietato per motivi sia sanitari che culturali. I suoi abitanti, che vivono da millenni senza contatti esterni, non hanno difese immunitarie contro malattie solitamente comuni e innocue come il raffreddore, che potrebbe avere effetti devastanti sulla popolazione. Polyakov è ora in custodia delle autorità indiane, che potrebbero accusarlo di violazione della legge sulla protezione delle tribù indigene.
I tentativi del turista
Nonostante questi divieti ben noti, Polyakov ha navigato per ore con un gommone per raggiungere l’isola. Una volta vicino alla costa, ha tentato di attirare l’attenzione dei sentinellesi con un fischietto. Non riuscendo a ottenere risposta, è sbarcato e ha lasciato sulla spiaggia una lattina di Coca-Cola Zero e una noce di cocco. Poi è ripartito senza incontrare nessuno. È emerso che si trattava del suo terzo tentativo: il primo era stato bloccato dallo staff dell’hotel dove soggiornava, il secondo dalla polizia.
Il canale YouTube
Polyakov ha un piccolo canale YouTube con qualche centinaio di iscritti, dove aveva già documentato un viaggio in Afghanistan per incontrare i talebani, segno di una tendenza a cercare esperienze estreme e ad alto rischio, probabilmente per guadagnare visibilità online. La direttrice di Survival International, Ong attiva nella difesa delle popolazioni indigene, ha definito il gesto «sconsiderato e idiota» perché «lui ha rischiato la vita. Ma soprattutto, ha messo a rischio la vita della tribù. Basterebbe un raffreddore per ucciderli».
Chi sono i sentinellesi
I sentinellesi sono noti per la loro ostilità nei confronti degli estranei: nel 2018 uccisero un missionario statunitense che cercava di convertirli al cristianesimo. Dopo lo tsunami del 2004, scagliarono frecce contro un elicottero di soccorso e nel 2006 uccisero due pescatori indiani che avevano accidentalmente raggiunto l’isola. Si stima che la loro popolazione sia tra i 50 e i 200 individui. Da decenni il governo indiano ha abbandonato ogni tentativo di contatto diretto, limitandosi a un controllo remoto e molto discreto.