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Linus e il nulla musicale a due mesi da Sanremo: «Né Olly, né Lucio Corsi. Resterà una sola canzone»

06 Aprile 2025 - 10:53 Ugo Milano
Per il direttore artistico di Radio Deejay né i due primi classificati né Brunori hanno davvero lasciato il segno. Riflessioni di fine carriera

Mala tempora currunt, per la musica italiana. Il Festival di Sanremo è finito da meno di due mesi e alzi la mano chi ancora canticchia una delle canzoni sfornate quest’anno dall’Ariston. Di musicalmente davvero valido resta poco o nulla. Se la si vuole dire in modo più diplomatico: «Stiamo vivendo una stagione di transizione». È la valutazione che il direttore artistico di Radio Deejay, Linus, consegna al Messaggero. Cosa resterà dell’ultimo Sanremo a guida Carlo Conti? «Nulla». O quasi. «Sono passati due mesi, la sola canzone di quest’anno di cui ci ricorderemo fra dieci anni sarà Cuoricini dei Coma Cose. Il resto, carine. Punto», valuta lo storico dj, che ora gira l’Italia col suo spettacolo “Radio Linetti Live”. Ma come: e Olly, il vincitore? «Un bel personaggio. Anche lui carino. Prima di dire che sia il futuro della musica italiana, però, aspetterei un attimo». E Lucio Corsi e Brunori, i due cantautori scoperti dal grande pubblico grazie all’effetto Ariston? Appunto. «Si conoscevano da anni e hanno fatto di meglio», osserva ancora Linus.

L’amarezza per la radio di «serie B»

Il direttore artistico di Radio Deejay a 67 anni non nasconde di iniziare a pensare seriamente alla pensione: «Non voglio che la gente dica: “Ma è ancora lì?” Il mio contratto scade tra un anno e allora ci penserò». Epperò con una carriera zeppa di successi e soddisfazioni ormai alle spalle un sassolino dalla scarpa non rinuncia a toglierselo: «Devo essere sincero, faccio parte di una generazione che rappresenta il mondo dello spettacolo italiano. Sono contemporaneo di Gerry Scotti, Fiorello, Jovanotti, Amadeus, Fabio Fazio, Paolo Bonolis ed altri. La sensazione che facendo lo stesso lavoro, però in radio, sia sempre stato il primo della Serie B, mi sta un po’ sul cazzo. Ecco, l’ho detto», si sfoga Linus nell’intervista ad Andrea Scarpa sul quotidiano romano.

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