Congresso della Lega, Salvini sul palco: «Puntiamo al 2032, ma sto bene anche da secondo». E attacca i 5s: «Qui imprenditori, nella loro piazza gli influencer»


«Quando penso al tempo che in questi anni ho tolto ai miei figli – che è il mio cruccio più grande – il vostro affetto mi fa capire che è tempo ben investito, anche per loro». Bastano gli applausi e i cori con cui viene accolto sul palco del Congresso della Lega, a Firenze, per confortare Matteo Salvini. Il segretario del Carroccio, candidato unico alla segreteria federale, si avvia verso una riconferma alla guida del partito che dirige dal 2013. Prima del voto, ha tenuto un lungo discorso davanti alla platea, in cui ha ripercorso la storia della Lega, mostrando una carrellata di manifesti che hanno segnato le tappe del movimento dal 1990 a oggi. Nell’intervento, è tornato sui temi caldi del momento, difendendo anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dalle critiche ricevute negli ultimi mesi (tra cui quelle di Andrea Stroppa, braccio destro di Elon Musk), giudicato da alcuni non all’altezza del ruolo. «Io e Matteo (Piantedosi ndr) siamo amici da anni – ha detto Salvini – ed è un ottimo ministro, oltre che una persona seria e capace».
La carrellata di manifesti della Lega
«Stanotte mi sono messo a ripercorrere la storia della Lega attraverso i manifesti, partendo dagli anni ’90», racconta. Una galleria visiva che per Salvini rappresenta «una storia di coerenza». E così parte la carrellata di immagini storiche: i manifesti di Umberto Bossi con slogan come “No Forcolandia” e “No all’Europa”. «Sembrano fatto ieri», commenta Salvini. «A volte la Lega ha detto per prima cose che altri hanno visto solo dopo. Ci hanno preso per pazzi, ma avevamo visto lungo».
L’attacco al Movimento 5 Stelle
In un piccolo passaggio, il leader del Carroccio ha attaccato la piazza di ieri del Movimento 5 stelle, dove tra il pubblico era presente anche l’influencer di TikTok Rita De Crescenzo. Intervistata dai giornalisti, la star social ha dichiarato di star valutando la possibilità di buttarsi in politica «Anche se dovrò essere seguita e studiare un po’», ha specificato. Salvini non ha perso l’occasione per lanciare una frecciata: «Ieri, qui, abbiamo avuto importanti imprenditori, mentre in un’altra piazza c’era la star che invita le persone a andare a Roccaraso». Ironizza: «Ognuno scelga i testimonial che desidera, per carità di Dio, però…».
Difendendo Piantedosi
Sul fronte della politica nazionale, Matteo Salvini tocca diversi temi dal lavoro, alla pace fiscale, alla sicurezza, ribadendo la fiducia nel ministro dell’Interno: «Matteo Piantedosi è un amico e un ottimo ministro. È una persona leale, di fiducia, di parola». Poi aggiunge: «Non ci faranno mai litigare – sottolinea – anche se si arrabbiano». Ribadisce l’unità della coalizione: «Siamo una coalizione di partiti diversi, con storie e radici diverse. Ma è proprio questa la nostra forza. La Lega è garante delle diversità, noi proteggiamo le differenze».
Puntando al 2032
Poi, uno sguardo al futuro del governo: «L’obiettivo è arrivare al 2027. E se gli elettori saranno d’accordo, anche al 2032. Io sto bene anche da secondo». E usa una metafora sportiva: «Come nel ciclismo, a volte va bene anche stare dietro: c’è chi ti apre il vento. Ci si riposa da secondi».
Piano di riarmo europeo
Verso la fine del suo intervento, il leader del Carroccio si sposta sulla politica estera. Un fronte che ha visto la maggioranza spaccarsi nelle ultime settimane, soprattutto riguardo al piano di riarmo europeo, sul quale la Lega si è dichiarata fin dall’inizio contraria. «Se ci sono 800 miliardi da utilizzare, non intendiamo spenderli in armi e proiettili, ma in salute e lavoro», attacca. «L’Europa ritrovi sé stessa. La storia insegna che quando da Berlino scelgono di investire in carri armati non sempre finisce bene».
I dazi Usa
Un passaggio anche sui dazi: «Non è nei nostri interessi fare la guerra agli Stati Uniti. Non ha senso raddoppiare con i controdazi. Chi parla di guerra commerciale è nemico dell’industria italiana».