Campagna d’odio sul web contro la presidente dell’Umbria, Proietti: «Pronta a denunciare gli haters. La violenza parte dal linguaggio»


Chi ha voluto ridurla «a una caricatura con minigonna, smalto e scollatura». Chi la chiama «”la rosettara”», chi «”lady tax”». La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, denuncia la campagna d’odio sul web contro di lei. «Tanto è una donna, trattiamola così», si legge nel lungo post pubblicato su facebook con la valanga di commenti sessisti ricevuti nel tempo. «Odio, volgarità, aggressività gratuita», ma anche «commenti, meme, fotomontaggi e insulti sessisti che negli ultimi giorni mi sono piovuti addosso» ha spiegato sui social. «Una campagna di odio contro la mia persona e contro l’istituzione» per la quale lunedì 7 aprile presenterà una denuncia alla polizia postale per chiedere un risarcimento che sarà poi devoluto in beneficenza.
L’inizio della campagna d’odio
Proietti, civica che guida una coalizione di centrosinistra, ha collocato l’inizio della campagna d’odio dopo l’avvio del dibattito legato alla manovra finanziaria della Regione, per il disavanzo nel bilancio della sanità. «Non è possibile che il confronto politico si abbassi a questo livello, arrivando a manifestazioni di violenza verbale così inaudita», ha sottolineato. «Ad alimentarlo – ha sostenuto – contribuiscono purtroppo anche espressioni pesanti pronunciate da rappresentanti di altre istituzioni come sindaci e parlamentari». «Tutto questo non riguarda me – si legge ancora nel post-. Io, per fortuna, ho le spalle larghe. Ma riguarda le tante giovani donne che stanno pensando, oggi, di impegnarsi in politica. Riguarda le nostre figlie e i nostri figli. Perché se questo è il prezzo che una donna deve pagare per il solo fatto di esporsi, di metterci la faccia, di avere idee, allora abbiamo un problema. Questo tipo di linguaggio non è mai stato usato contro colleghi uomini. Perché accade ora? – si chiede la governatrice – Tante cose in questa società non sono riparabili. Ma il linguaggio sì. A partire dalla politica».
«Il passo dalle parole ai gesti, anche i più estremi, come i femminicidi, è breve»
E, infine, l’invito: «Abbassiamo i toni: ricominciamo a dare un valore alle parole. Perché è dal linguaggio che inizia la violenza. È dalle parole che si autorizza la cultura dell’odio, la discriminazione, l’aggressione. E il passo dalle parole ai gesti, anche i più estremi, come i femminicidi, è breve. Terribilmente breve. È per questo che dobbiamo fare muro. Tutte e tutti insieme. Per dire che no, non è normale. Non deve essere tollerato. Che una donna non può, non deve, essere insultata o derisa solo perché fa politica, solo perché è libera, solo perché è donna», conclude.
Foto copertina: ANSA/GIANLUIGI BASILIETTI | La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti al palazzo della Regione a Perugia, 18 novembre 2024