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Terzo mandato, l’attesa di Zaia e De Luca. Quando decide la corte e chi potrebbe sostituirli

07 Aprile 2025 - 17:58 Sofia Spagnoli
corte costituzionale udienza
corte costituzionale udienza
De Luca guida la Campania dal 2015 e Zaia dal 2010. Sia a destra sia a sinistra, le coalizioni aspettando il verdetto per capire se e come cercare nuovi candidati

Il conto alla rovescia è cominciato: il D-day per Vincenzo De Luca, presidente dem della Regione Campania, e per Luca Zaia, suo omologo leghista in Veneto, è fissato per mercoledì 9 aprile. Mancano solo due giorni alla data in cui la Corte costituzionale – l’organo che verifica la legittimità e la conformità delle leggi alla Costituzione – si riunirà per discutere del ricorso presentato dal governo, lo scorso gennaio, contro la legge approvata dalla Regione Campania il 5 novembre. La norma, voluta dallo stesso De Luca, permetterebbe al presidente in carica di candidarsi per un terzo mandato consecutivo, disconoscendo la legge nazionale che limita a due i mandati consecutivi dei presidenti di Regione.

Gli scenari

Se il ricorso venisse accolto, De Luca perderebbe la possibilità di ricandidarsi. Anche le ambizioni politiche di Zaia, tra i governatori più amati, subirebbero lo stesso destino. Di fatto, sancirebbe la fine di un’epoca per le due Regioni, che da anni sono guidate da questi protagonisti. De Luca guida la Campania dal 2015 e Zaia dal 2010. E si aprirebbe, quindi, la corsa alla ricerca di nuovi candidati. Ma se, al contrario, la Corte decidesse di riconoscere l’autonomia regionale in materia, De Luca potrebbe continuare a percorrere la corsa per la riconferma e Zaia si lancerebbe verso il suo quarto mandato.

Mai così vicini

È capitato raramente di trovare il partito del Carroccio così allineato a una battaglia portata avanti da un esponente del Pd. Ma portata avanti dal solo dem De Luca, appunto, e non dall’intero Pd, che invece si è sempre detto contrario, a cominciare dalla segretaria Elly Schlein. In più occasioni lo ha specificato: «Il Partito Democratico ha una posizione chiarissima: siamo contrari a un terzo mandato», e «le regole valgono per tutti». Ma il governatore campano non sembra intenzionato a desistere: «Non so più come dirlo. Io vado avanti a prescindere, mi ricandido. Chi ci sta ci sta. Chi non ci sta non ci sta», aveva dichiarato. E non è la prima volta che il tema dei mandati consecutivi è al centro del dibattito. Lo scorso anno, infatti, la Lega aveva cercato di far passare un emendamento che proponeva di alzare il limite dei mandati da due a tre, ma il provvedimento era stato sonoramente bocciato in Senato con 112 voti contrari, 26 favorevoli e 3 astenuti.

La posizione di FdI

Ma perché la maggioranza ha fatto passare un ricorso che andrebbe di fatto a chiudere le porte alle rielezione di un candidato della Lega (Zaia appunto) che fa parte della coalizione? La risposta è semplice: Fratelli d’Italia, pur godendo di un consenso in forte crescita, è un partito ancora giovane e con una presenza territoriale meno radicata rispetto alla Lega, che è il partito più vecchio al Parlamento e con una forte connotazione locale. Sebbene non sia stato dichiarato apertamente, circolano voci secondo cui FdI abbia lasciato alla Lega la scelta del candidato per il Veneto, chiedendo in cambio di poter scegliere il candidato per le elezioni del 2028 in Lombardia.

Possibili candidati in Campania

Nonostante De Luca punti al tris, il Partito Democratico, al momento, non sembra intenzionato a sostenerlo per un eventuale terzo mandato. La linea sarebbe quella di trovare un candidato condiviso con il Movimento 5 Stelle. Tra i nomi circolati, anche quello del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Ma fonti a lui vicine smentiscono con decisione: «Farà tranquillamente il suo mandato da sindaco, e anche un secondo, se tutto procede bene». La destra attende, anche perché uno dei possibili candidati, Fulvio Martusciello, di Forza Italia, ha fatto un passo indietro dopo l’arresto della sua collaboratrice in seguito all’inchiesta Huwawei. Ma nelle ultime ore ha preso corpo uno scenario tutto “in stile Salvini”: candidare Matteo Piantedosi alla guida della Campania, aprendo così la strada al suo ritorno al Viminale. Peccato però che il diretto interessato abbia già chiuso la porta: «Pur essendo legatissimo alla mia terra, mi sento più utile alla Campania lavorando al Viminale. Inoltre, il centrodestra esprime sul territorio dei bravi dirigenti su cui sarebbe giusto puntare».

I candidati alla guida del Veneto

Zaia gode ancora oggi di un consenso fortissimo a livello locale, a distanza di quasi quindici anni dalla sua prima elezione. Un legame così radicato che ha spinto i suoi sostenitori ad avviare una raccolta firme per chiederne la ricandidatura. «Abbiamo già superato il traguardo di 100mila firme, grazie al nostro impegno e ai nostri militanti» ha fatto sapere Alberto Villanova, capogruppo della Lega in Consiglio regionale e considerato il delfino politico di Zaia. Villanova mette le mani avanti, delineando già il perimetro politico nel caso in cui la Corte Costituzionale dovesse bloccare la corsa di Zaia: «Se non dovesse essere lui il nostro candidato, sulla base di quello che deciderà la Corte, abbiamo stabilito quella che chiamo “la linea del Piave”: il prossimo candidato dovrà comunque essere leghista, una persona cresciuta nel partito, capace di portare avanti l’eredità di un’amministrazione che ha ottenuto altissimi livelli di gradimento, con percentuali tra il 66% e il 70%». E c’è chi scommette che il nome su cui potrebbe ricadere la scelta sia proprio il suo. Ma anche Alberto Stefani, deputato del Carroccio, è tra i candidati più papabili. La poltrona del doge è reclamata, però, anche dall’europarlamentare di FdI Elena Donazzan e dal collega di Forza Italia Flavio Tosi. Il centrosinistra, che difficilmente si imporrà sul Veneto, deve ancora trovare un profilo capace di tenere unite tutte le anime della coalizione.

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