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Dazi, le Borse europee ancora in caduta libera. Milano e Madrid cedono il 5,1%: bruciati oltre 683 miliardi

07 Aprile 2025 - 18:00 Ugo Milano
dazi milano borse
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La guerra commerciale avviata dagli Stati Uniti continua ad agitare i mercati: persi quasi 2mila miliardi in tre giorni

Cambia la settimana, non cambia l’umore dei mercati. È di nuovo una giornata nera per le Borse europee, che continuano a risentire dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione americana di Donald Trump e i controdazi imposti dalla Cina. Oggi, lunedì 7 aprile, Milano ha chiuso la seduta in perdita del 5,18%, Francoforte e Londra il 4%, Parigi e Amsterdam il 4,7%, Madrid (la peggiore d’Europa) il 5,1%. D’altronde, che sarebbe stata un’altra giornata nera per i mercati lo si era capito già dai primissimi minuti dopo l’avvio delle contrattazione. Nelle prime tre ore della settimana, l’Europa aveva già mandato in fumo quasi 890 miliardi di euro. In giornata, la perdita si è ridotta ad appena – si fa per dire – 683 miliardi, che sommata a quelle di giovedì 3 e venerdì 4 aprile porta il saldo complessivo a un rosso di 1.924 miliardi di euro per le Borse europee.

Apertura in calo

In mattinata il Ftse Mib era precipitato del 7%, trascinato soprattutto dalle banche. Sull’onda lunga dei nuovi dazi imposti da Trump, tutti i principali listini europei e asiatici hanno registrato pesanti perdite. L’indice Shanghai Composite ha chiuso perdendo il 7,34%, fermandosi a 3.096,58 punti, mentre lo Shenzhen Component è crollato del 10,79%, attestandosi a 1.777,37 punti. Nonostante l’annuncio del fondo sovrano cinese Central Huijin, che ha incrementato ulteriormente le proprie quote in fondi indicizzati (Etf) negoziati in Borsa e prevede di continuare su questa linea per sostenere la stabilità dei mercati, i listini mostrano solo un lieve recupero nel finale di seduta.

Hong Kong sprofonda: termina a -13,22%, la peggiore dalla crisi finanziaria del ’97

La rappresaglia della Cina contro i dazi imposti da Trump non fa altro che alimentare la guerra commerciale e accrescere i timori di una recessione globale. La Borsa di Tokyo registra la terza maggiore flessione di sempre, con gli investitori sempre più preoccupati per una spirale incontrollata nel commercio globale. L’indice di riferimento Nikkei perde il 7,83%, scendendo a 31.136,58 punti, con un crollo di 2.644 punti. Sul fronte dei cambi, lo yen continua la sua fase di rivalutazione, raggiungendo quota 145,20 sul dollaro e 159,80 sull’euro. La Borsa di Hong Kong registra la sua peggiore chiusura dalla crisi finanziaria del 1997: l’indice Hang Seng perde il 13,22%, scivolando a 19.828,30 punti, con pesanti vendite che hanno colpito in particolare i titoli bancari e tecnologici. A picco per il secondo giorno consecutivo anche le azioni della Borsa di Tel Aviv che scende al 3,1%.

Lunedì nero per i mercati

Lunedì nero anche per i mercati europei, con lo Stoxx 50 che nel pre-mercato ha perso fino al 5%. Anche il Dax a Francoforte si prepara a un avvio negativo, mentre in Germania la produzione industriale di febbraio ha registrato una flessione maggiore del previsto, scendendo dell’1,3% dopo il +2% di gennaio. In Asia, Tokyo perde quasi l’8%, Hong Kong crolla dell’11,6% e Seul segna un -5,57%. Lo spread tra Btp e Bund è schizzato in apertura a 128 punti e continua ad aumentare, superando i 130 punti. I titoli di stato italiani decennali salgono di 3 punti base, raggiungendo il 3,8%, mentre i Bund tedeschi perdono 8 punti base, scendendo al 2,48%. La Borsa di Francoforte lascia il 9,1%, Parigi cede il 6,5%, Madrid perde il 4,7% e Londra il 5,5%.

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