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MezzoSangue, il rapper mascherato è tornato: «Tengo i piedi per terra e sto lontano dai giudizi» – L’intervista

07 Aprile 2025 - 18:47 Gabriele Fazio
Il rapper romano nel nuovo album si mette a nudo con un intento ben preciso: «Andare dritto su quello che mi preme, senza paura del giudizio, né paura delle aspettative»

Viscerale è il titolo del nuovo album di MezzoSangue, uno dei più importanti liricisti della scena rap italiana, quella categoria di rapper che orbitano al confine con il puro cantautorato. Basta prestare orecchio ai brani per capire il motivo del titolo del disco, un’opera che vive di puro istinto, che colpisce allo stomaco e duramente. «Un disco che ha l’intento di fare da testa di ariete, andare dritto su quello che mi preme, senza né paura del giudizio né paura delle aspettative» dice a Open Luca Ferrazzi, così all’anagrafe, romano classe 1991. Nel disco si mette a nudo, nonostante il suo volto sia fin dagli esordi coperto da una maschera: «Il contesto sociale – spiega – crea costantemente costrutti, costrutti nei quali devi più sembrare qualcosa che esserla. Il termine “viscerale” è il nocciolo della questione: vai alle viscere, prova a togliere quei costrutti, i numeri, le firme, le marche…Tu che senti? Cosa credi che sia giusto per te?». Per affrontare queste tematiche importanti, contro l’omologazione nella società, che poi si riflette anche nel rap, così come il dilagante arrivismo, la maschera non è solo utile ma, come racconta ancora a Open, è proprio necessaria: «Sicuramente mi aiuta nella vita reale, che è una cosa che io amo della maschera. Vado al supermercato e nessuno mi conosce, mi aiuta a tenere i piedi per terra ed essere più “me” possibile. In certo senso rappresento un’idea e quindi diventa facile entrare nell’idea. Parlare come persona è un conto, forse come un’idea è più facile».

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