I dazi fanno litigare anche il cerchio magico di Trump. Musk insulta il consigliere al commercio: «È un cretino»


La guerra commerciale di Donald Trump non agita solo i mercati di tutto il mondo, ma anche la stessa Casa Bianca. L’imposizione dei cosiddetti «dazi reciproci» annunciata lo scorso 2 aprile fa litigare alcuni dei consiglieri più stretti del presidente americano. Nello specifico, il miliardario Elon Musk e il consigliere al commercio Peter Navarro. Tutto parte proprio da un’intervista di quest’ultimo a Cnbc, in cui Musk viene definito «un assemblatore di auto, non un produttore», visto che «buona parte delle batterie» Tesla – casa automobilistica di proprietà di Elon Musk – arriva dal Giappone e dalla Cina. A rispondergli, sui social, è lo stesso miliardario, che non esita a definire Peter Navarro «un cretino». Con un post pubblicato su X, Musk ricorda che Tesla è la casa automobilistica con più vetture Made in America e rincara la dose bollando il consigliere di Trump come «più stupido di un sacco di mattoni».
I dubbi di Elon Musk sui dazi
Dietro agli insulti di Elon Musk a Peter Navarro si nasconde un profondo disaccordo sulla guerra commerciale scatenata da Donald Trump. Tra i fautori dei «dazi reciproci» annunciati dal 2 aprile c’è proprio Navarro, che figura tra i consiglieri senior del presidente americano proprio in tema di commercio. Musk, invece, si è sempre mostrato piuttosto tiepido sulla questione. Anzi, ha fornito una serie di indizi in cui ha fatto capire di non essere affatto d’accordo: prima augurandosi pubblicamente che i dazi tra Stati Uniti ed Europa «tornino presto a zero», poi pubblicando sui social un video dell’economista Milton Friedman, punto di riferimento dei sostenitori del libero commercio e del libero mercato.
Tesla has the most American-made cars. Navarro is dumber than a sack of bricks. @IfindRetards @RealPNavarro https://t.co/gECgtZt5Sc
— Elon Musk (@elonmusk) April 8, 2025
Il pressing su Trump
A queste brevi uscite pubbliche si somma anche un pressing interno sulla Casa Bianca per convincere Trump a revocare i dazi annunciati solo la scorsa settimana. A rivelarlo è il Washington Post, secondo cui Elon Musk avrebbe cercato personalmente di convincere il tycoon a fare marcia indietro sulla guerra commerciale che tiene con il fiato sospeso tutto il mondo da quasi una settimana. La rottura di Musk sul dossier relativo ai dazi rappresenta il più importante disaccordo politico sorto finora tra il presidente americano e uno dei suoi principali consiglieri. E forse è anche per via di queste frizioni che la permanenza di Musk a Washington potrebbe durare meno del previsto. Secondo Politico, Trump avrebbe riferito alla sua cerchi ristretta di consiglieri che il miliardario americano si ritirerà nelle prossime settimane dal suo attuale ruolo di governo. Il diretto interessato ha negato tutto, ma le tensioni di questi giorni – nascoste, per quanto possibile, dalla Casa Bianca – sembrano raccontare una storia ben diversa.