Francesco Schettino resta in carcere, il giallo col Vaticano e il lavoro saltato all’ultimo


Niente lavoro in Vaticano per Francesco Schettino, almeno per ora. L’ex comandante della Costa Concordia ha rinunciato alla semilibertà. A confermarlo è stata l’avvocata che assiste Schettino, Francesca Carnicelli. La legale ha parlato di «difficoltà con la proposta lavorativa, che era stata sottoposta al tribunale di Sorveglianza di Roma». Che cosa sia andato storto però non è stato ancora chiarito. Di certo c’è che il procedimento per la semilibertà è stato chiuso e «il tribunale si è pronunciato con il non luogo a provvedere».
Il lavoro in Vaticano per Schettino
È stato Schettino a decidere di rinunciare alla semilibertà. Una decisione presa, spiega la sua legale, perché «non c’erano più le condizioni». Secondo quanto aveva riportato Repubblica, Schettino avrebbe dovuto lavorare per il Vaticano. Per lui ci sarebbe stata l’occasione di collaborare con la Fabbrica di San Pietro. Il suo lavoro sarebbe stato quello di digitalizzare i documenti. Ma per il momento non se ne farà nulla.
I permessi per uscire
Schettino è stato condannato a 16 anni di reclusione per la tragedia dell’Isola del Giglio, in cui morirono 32 persone nell’incidente tra il 12 e 13 gennaio 2012. Schettino ha scontato metà della pena, perciò ha maturato i requisiti per chiedere la semilibertà. «In futuro se ci saranno di nuovo i presupposti per poterla proporre di nuovo lo faremo – ha spiegato la sua avvocata – Lui oggi può usufruire di permessi per uscire dal carcere».