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Una carta dei doveri per i richiedenti asilo in Italia. L’idea di Fratelli d’Italia

parlamentari fratelli d'italia camera
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La proposta di legge presentata oggi alla Camera: «Così i giudici non potranno più dire che non conoscono i nostri valori»

Mentre la situazione economica e di rapporti internazionali è sempre più instabile, Fratelli d’Italia lancia una campagna sul tema più caro, quello dell’immigrazione. Stavolta al centro dell’attenzione non sono i migranti illegali ma i richiedenti asilo, in attesa di regolare permesso di soggiorno per motivi politici o umanitari. L’idea è che al momento della concessione del documento che permette di stare sul territorio nazionale in attesa della decisioni delle commissioni dedicate, vengano loro comunicati con maggiore chiarezza i doveri legati alla permanenza in Italia. La proposta di legge sarà affiancata da una «Campagna nazionale nei territori», dal titolo «Prima di tutto i doveri, Immigrazione: con noi si cambia passo».

Il progetto

Sarebbe quindi modificato il decreto legislativo 25 del 2008, che prevede che al richiedente asilo sia consegnato un opuscolo informativo con diritti, doveri e altre informazioni utili. «Attualmente la parte dei doveri è meno di un terzo del foglio consegnato ai migranti – spiega la parlamentare Sara Kelany che è anche la responsabile Immigrazione dei meloniani – non è sufficientemente chiaro che la violazione delle norme dell’ordinamento italiano può portare fino alla revoca del permesso di soggiorno. Vogliamo che sia chiaro che chi è in Italia deve rispettare le leggi, le donne e la parità di genere». Secondo Kelany il progetto eviterà «derive disfunzionali, dopo l’atteggiamento eccessivamente lasco delle sinistre, ispirato alla cultura no border»: «Non siamo ancora nella situazione francese, di aree sottratte al controllo di legalità, perché il nostro territorio ci ha garantito, ma non vogliamo arrivarci».

Le conseguenze penali

Secondo il capogruppo, Galeazzo Bignami un opuscolo più articolato sul tema dei doveri – perché poi di questo si tratta – modificherebbe il cosiddetto elemento soggettivo del reato. Il richiedente asilo che commette un reato non potrebbe più essere giustificato dalla scarsa conoscenza delle leggi e quindi punito con pene più lievi: «I giudici non potranno più dire, come hanno fatto in passato, che i migranti hanno una diversa cultura in relazione alle donne». Una ipotesi, a legge approvata, da verificare in tribunale.

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