Roberto Vecchioni: «Mia moglie non si è più ripresa dalla perdita di nostro figlio Arrigo. Guarire dal dolore è impossibile»


Roberto Vecchioni sarà a Bergamo giovedì sera 10 aprile per la tappa di «Tra il silenzio e il tuono tour». Che prende il nome dal suo libro edito da Einaudi. Uno spettacolo, che tiene insieme musica e parole, e nel quale il cantautore alternerà i brani dell’ultimo album L’infinito e i classici del suo repertorio, da Samarcanda a Luci a San Siro fino a Sogna ragazzo sogna. In un’intervista al Corriere della Sera, il musicista spiega la scelta del titolo dello spettacolo: «Sono le due componenti dell’essere umano: il bisogno di stare in silenzio, i pensieri, i figli, la vita familiare, mentre il tuono è il fuori, che può essere anche benevolo, il correre dietro al lavoro, la fatica, le tasse da pagare, gli amici, i nemici, Trump…, che influisce su tutto e ci condiziona», dice Vecchioni.
«È impossibile guarire dal dolore»
Nell’intervista, il cantautore – che il 25 giugno spegnerà 82 candeline – parla inoltre della morte del figlio Arrigo, scomparso a 36 anni. Partendo dal concetto di «amore per la vita» nei momenti belli, e pure in quelli brutti, Vecchioni si lascia andare a una riflessioni sul dolore provocato dall’assenza. «Le persone sono colpite da tante malattie gravi, da problemi mentali, spirituali – dice -. È impossibile guarire dal dolore: la mamma (mia moglie Daria) non vive più. È strano, fai tantissime cose, è un continuo darsi da fare ed essere impegnati per essere in condizione di risolvere problemi. Eppure, quando ti fermi per un attimo, c’è solo quel pensiero, a mio figlio», racconta.
«Nel momento in cui uno sta bene deve badare all’altro»
Il 2024 per Vecchioni è «stato un anno trionfale – prosegue – con 50 concerti, la partecipazione a Sanremo in duetto con Alfa nella serata delle cover, l’uscita del libro, uno sbattersi in modo tremendo. Ho pensato che fosse un modo della vita per ripagarmi. Ma nulla ti potrà mai ripagare dalla perdita di un figlio». Ma, oltre al dolore, conclude Vecchione, restano «i sogni e lo stare vicino a mia moglie che ha in testa solo il figlio». Anche perché «nel momento in cui uno sta bene deve badare all’altro: deve vincere chi sta perdendo, senza far vedere che lo fai apposta».
Foto copertina: ANSA / LUCA ZENNARO | Roberto Vecchioni durante l’apertura di Orientamenti il salone dedicato ai giovani e studenti, Genova, 13 novembre 2024