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I genitori di Ilaria Sula contro Nosr Manlapaz: «Ha buttato via nostra figlia come un oggetto, non è una madre»

09 Aprile 2025 - 06:33 Alba Romano
mark samson ilaria sula nosr manlapaz
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Flamur e Gezime Sula: lui deve marcire in carcere per quello che ha fatto

Flamur e Gezime Sula, i genitori di Ilaria Sula uccisa dall’ex Mark Samson dicono che la figlia «non era un paio di scarpe, non era un oggetto, non doveva essere buttata via così. Era una persona. E adesso non c’è più». In un colloquio con Repubblica insieme al loro avvocato Giuseppe Sforza e il figlio minore Leon spiegano che chiedere i motivi dell’omicidio «non avrebbe senso. Ma vorrei tanto sapere quali sono state le ultime parole di mia sorella».

Ilaria Sula

Ilaria Sula studiava «Statistica finanziaria, di tanto in tanto le chiedevamo di cosa si trattasse. “Cose difficili”, rispondeva. Ma all’università era brava». Lei, dicono, «era una ragazza con la testa sulle spalle. Le sarebbe piaciuto studiare a Bologna, ma trovare un appartamento è stato impossibile. Perugia non le piaceva, allora siamo andati insieme a Roma. Abbiamo girato tutta la città, la sera siamo andati insieme a piazza Navona, a piazza di Spagna. A fine giornata ha detto “Roma va bene”». Doveva laurearsi a ottobre: «Già pensava alla festa, al vestito. Era così contenta. Ci aveva avvertiti: “Dovrò invitare tante persone”. E noi le dicevamo, “non ti preoccupare, facciamo tutto quello che vuoi”. Dopo voleva continuare a studiare, fare un master. Sognava in grande la nostra Ilaria».

Il pianoforte

E ricordano: «Da piccola ha deciso di studiare il pianoforte e tanto ha fatto finché non l’ha imparato. Ogni volta che tornava qui, si metteva a suonare. Avrebbe voluto portarlo con sé Roma, ma non c’era spazio. Suonava sempre “Per Elisa”, le piaceva tanto». Ilaria tornava a casa «ogni volta possibile. Anche quel fine settimana la aspettavamo. L’ultima volta ci siamo sentiti martedì, Ilaria doveva studiare per un esame, per questo ci aveva chiesto di lasciarla in pace per un paio di giorni in modo da potersi concentrare. Generalmente arrivava dopo pranzo, ma voleva fare la manicure qui e aveva chiesto di prenotarle un appuntamento. Di pomeriggio non c’era posto, quindi aveva deciso di anticipare la partenza a venerdì sera».

Mark Samson e Nosr Manlapaz

Della relazione con Mark Samson sapevano, «ma non la consideravamo una cosa seria. Ci aveva parlato di lui. Ilaria non ci nascondeva nulla». Poi parlano di Nosr Manlapaz, che ha aiutato il figlio a disfarsi del cadavere: «Come si fa a fare una cosa del genere? Avrebbe dovuto chiamare i soccorsi, l’ambulanza, la polizia. Non aiutarlo a pulire tutto, coprirlo. Quella non è una madre». Dalla giustizia italiana si aspettano che Mark marcisca in carcere tutta la vita: «Quello che le ha fatto, non si fa neanche agli animali. Nostra figlia non era un oggetto e l’ha buttata via come se lo fosse». E ora cercano di andare avanti: «Finora ce l’abbiamo fatta, poi non sappiamo. Ci hanno strappato via non un pezzo di cuore, tutto. Nostra figlia è chiusa in un posto da cui non può più uscire, a casa non può tornare, non la vedremo mai più entrare dalla porta, stare nella sua stanza. La forza ce la sta dando lei. Abbiamo il dovere di assicurarle che sia fatta giustizia».

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