«Tutti mi chiamano per baciarmi il culo», Trump sui Paesi che lo chiamano per negoziare: «Ci hanno fregato loro, ora è il nostro turno» – Il video
«Mi chiamano, mi baciano il culo, stanno morendo dal desiderio di fare un accordo». Dal palco di una cena di raccolta fondi per il Partito repubblicano, il presidente Donald Trump fa la voce grossa e attacca con sarcasmo tutti quei Paesi che si sono detti disposti a scendere a patti con Washington per ridurre l’impatto delle tariffe. Dalla poltrona di Trump, gli altri Paesi si stanno preparando ha fare a gara per volare negli Stati Uniti e assicurarsi il migliore accordo possibile. Le borse continuano a sprofondare, il tycoon però si mostra tranquillo: «So quel che diavolo sto facendo». E si concede di prendere in giro, con tanto di imitazione, i leader alleati in arrivo alla Casa Bianca: «Per favore, per favore signore, fai un accordo. Farò qualunque cosa signore».
La forza della Casa Bianca: «Siamo contenti come siamo, è il nostro turno di fregarli»
Una rivendicazione di dominio economico che non nasconde la profonda soddisfazione di chi, dopo anni di presunti soprusi, finalmente serve la sua vendetta come un piatto gelido: «Molti Paesi ci hanno fregato a destra e sinistra. Adesso è il nostro turno di fregarli, e così renderemo il nostro Paese più forte». Per poi ribadire, ancora una volta, che di trattare Washington non ha necessità: «Siamo contenti come siamo». Insomma, se qualcosa cambia sul fronte dazi è per gentile concessione dell’inquilino della Casa Bianca. E perché al tycoon è stato offerto qualcosa che gli ha fatto cambiare idea.