Le bufale di Adrien Bocquet sulla strage di Bucha al Consiglio di Sicurezza dell’ONU


Come ogni anno, il Cremlino tenta di negare le proprie responsabilità nella strage di Bucha. L’ultimo tentativo, datato 2 aprile 2024 e riproposto nel 2025 dai canali istituzionali di Mosca, riguarda l’intervento del propagandista e diffusore di fake news francese Adrien Bocquet durante una riunione dei membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, un vero e proprio riciclo di fake news e teorie del complotto ampiamente smentite da anni. L’intervento è stato tradotto in italiano e diffuso nell’aprile 2025 dal canale Youtube Frontezero.
Per chi ha fretta
- Adrien Bocquet non è mai stato a Bucha. Il suo primo ingresso registrato in Ucraina risale al 4 aprile 2022, giorni dopo la diffusione dei video della strage.
- Il rappresentante russo alle Nazioni Unite mostra un video pubblicato diffuso dalle autorità ucraine, alterato per nascondere la presenza di cadaveri nelle strade.
- Indagini indipendenti, inclusa quella condotta da Bellingcat, hanno verificato l’autenticità delle immagini satellitari e delle testimonianze che documentano i crimini commessi a Bucha durante l’occupazione russa.
Analisi
Il video viene condiviso con la seguente sintesi:
BUCHA: LA FALSE FLAG CHE BLOCCÒ I NEGOZIATI E LA PACE
Il 24 Febbraio ha inizio l’Operazione speciale russa e a metà Marzo le truppe russe sono avanzate fino alla periferia di Kiev, inclusa Bucha.
La Russia cercava una soluzione diplomatica più che militare tanto che si aprono i negoziati – Minsk, poi Istanbul – e alla prima bozza di accordo, i russi si ritirano da molti oblast.
Gli sforzi di pace a quel punto vengono sabotati dalle potenze occidentali, principalmente dai britannici, che convincono Zelensky di poter soverchiare la potenza russa col loro aiuto.
È così che servizi segreti britannici e ucraini organizzano la false flag di Bucha, attuata fra il 2 e il 3 Aprile.
A parlare all’ONU lo scorso 2 Aprile, il vicepresidente russo presso le Nazioni Unite Dmitry Polyanskiy, il quale introduce la preziosa testimonianza di un ex militare francese, in quei giorni a Bucha in veste di operatore umanitario.
Bocquet ha visto gli ucraini scaricare cadaveri dai camion e posizionarli in strada.

I due falsari
Prima di procedere con la verifica delle principali affermazioni, bisogna inquadrare i due protagonisti del video: Dmitry Polyansk e Adrien Bocquet.
Il rappresentante russo presso l’ONU, Dmitry Polyanskiy, è un diffusore di fake news e teorie del complotto seriale sui fatti di Bucha. Prima di diffondere le narrazioni sopra citate, aveva sostenuto con sicurezza che le persone a terra fossero degli attori che muovevano le mani nel video, una teoria del complotto ampiamente smentita.

Adrien Bocquet viene spesso presentato come giornalista ed ex soldato. Tuttavia, come verificato dai colleghi di Libération, Bocquet ha mentito sul suo passato militare e su un presunto soccorso a un pilota francese all’estero. Nel tentativo di smentire Libération, pubblicò su X una foto che lo ritraeva apparentemente al confine di Kiev. Quel post non è più online per un motivo molto semplice: si trattava di un fotomontaggio. L’immagine, infatti, era stata scattata nei pressi del confine con la Polonia, ben lontano dalla capitale ucraina.

Il propagandista francese afferma di aver assistito ai crimini ucraini a Bucha per mano dei militari di Azov, ma soprattutto di essere fuggito per evitare problemi. I colleghi francesi hanno riscontrato che Adrien Bocquet si era recato all’ospedale di Leopoli il 4 e il 6 aprile 2022, ovvero giorni dopo la fantomatica fuga da Bucha. Secondo Andry Login, presidente della fondazione benefica che gestisce l’ospedale, il propagandista francese non era un collaboratore e non era nemmeno in grado di comunicare con il personale, poiché parlava solo francese.
Nel corso delle sue interviste, Bocquet ha dichiarato di essere stato testimone di numerosi crimini di guerra e di possedere centinaia di foto e video a riguardo. In particolare, ha raccontato di aver assistito all’esecuzione di soldati russi da parte dei militari ucraini, preceduta da torture e colpi sparati alle ginocchia. La scena descritta si riferirebbe a un episodio avvenuto nel marzo 2022 a Kharkiv, ma è impossibile che Bocquet vi abbia assistito di persona. Secondo i registri dell’ambasciata ucraina in Francia, consultati da Libération, risulta che Bocquet sia entrato più volte in territorio ucraino, ma per periodi non superiori alle 72 ore. Il suo primo ingresso risale infatti al 4 aprile 2022. Anche la presunta fuga da Bucha e dall’Ucraina, da lui stesso raccontata e motivata dai timori per ciò che avrebbe visto, è smentita da un ulteriore ingresso documentato il 17 aprile 2022.
Ad oggi, Bocquet non ha fornito alcuna prova della sua effettiva presenza a Bucha o nelle aree colpite.
La falsa cronologia degli eventi
Le riprese dei cadaveri vennero diffuse sui social il primo aprile 2022, come possiamo vedere da questo post X:

Il rappresentante russo presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Dmitry Polyanskiy, riporta nuovamente la narrazione del Cremlino sull’abbandono di Bucha da parte dell’esercito invasore in data 31 marzo 2022, al fine di sostenere che i corpi dei civili uccisi vennero improvvisamente scoperti diversi giorni dopo:
Il 31 marzo il Consiglio Comunale di Bucha pubblicò un video con una dichiarazione del Sindaco Anatoly Fedoruk che annunciava la liberazione di Bucha e confermava che non vi erano più truppe russe nella città senza menzionare alcune atrocità di massa, cadaveri, uccisioni, fosse comuni o altro di simile.
Come già verificato in passato, il sindaco Anatoliy Fedoruk cita il 31 marzo come giornata della liberazione, ma non dice «Oggi 31 marzo». Il video risulta caricato il pomeriggio del primo aprile nella pagina Facebook del Consiglio di Bucha.

A smentire la narrazione dell’assenza di menzioni riguardo «atrocità di massa, cadaveri, uccisioni, fosse comuni o altro di simile» è un articolo de Il Fatto Quotidiano del 28 marzo 2022 dal titolo «Guerra Russia-Ucraina, il sindaco di Bucha: “Stupri, fosse comuni e cadaveri in strada. La città è distrutta ma ricostruiremo tutto”».

Le evidenze, anche satellitari
La strage compiuta dall’esercito russo è comprovata non solo dalle immagini riprese tra il 23 e il 30 marzo 2022 e diffuse da media indipendenti, ma anche da immagini satellitari che, fino a oggi, non sono state smentite dalla Russia con evidenze tecnologiche equivalenti. Le immagini mostrano in modo inequivocabile la presenza di militari russi mentre i corpi dei civili giacevano già a terra senza vita. Ulteriori riprese hanno confermato che le esecuzioni dei civili ucraini sono avvenute per mano dell’esercito di Mosca.
Il propagandista russo Maksim Fomin, blogger nazionalista noto con il nome di Vladlen Tatarsky, nel settembre 2022 aveva ammesso che dietro la strage di Bucha vi fossero i militari russi: «Immaginate un tedesco che guarda le immagini di Bucha, con lo schermo inondato di sangue: la sua memoria genetica sarà risvegliata, gli ricorderà i racconti dei nonni. […] Dovremmo dire: Sì, questo è quello che siamo, dovete aver paura di noi. Volete vederci così? Vi mostreremo che siamo capaci di molto altro». Fomin è stato ucciso pochi mesi dopo in un’esplosione a San Pietroburgo.
Il video delle forze ucraine spacciato come prova
Analizziamo l’intervento di Dmitry Polyanskiy riguardo un video pubblicato il 2 aprile 2022 dalle autorità ucraine:
Il 30 marzo 2022, dopo un altro ciclo di colloqui ad Ankara e Istanbul, il Ministro della Difesa Russo annunciò il ritiro delle forze da diverse regioni, inclusa Bucha.
[…] Dunque siamo al 31 marzo. Il 2 aprile 2022 la Polizia Nazionale dell’Ucraina ha condiviso sul proprio canale Telegram un filmato che mostra le forze speciali ucraine entrare a Bucha come potete vedere sullo schermo. Il filmato non mostra cadaveri per le strade.
Il personale della polizia ha intervistato diverse persone in vari punti di Bucha ma nessuna di loro ha menzionato un massacro o uccisioni di massa. La telecamera riprende anche aree più ampie dietro queste persone senza che si vedano cadaveri. Riassumendo, per quattro giorni dopo che l’esercito russo ha lasciato Bucha non c’è stato il minimo segno di alcuna atrocità.
Il video citato, e mostrato durante l’incontro, non è affatto nuovo e risulta ampiamente verificato già dal 2022, smentendo la narrazione russa.

La clip, intitolata “Le forze speciali della Polizia Nazionale effettuano un rastrellamento nella città di Bucha”, risulta pubblicata il 2 aprile 2022 dai canali ufficiali ucraini. In realtà, le immagini mostrano le forze armate ucraine durante il loro tragitto verso Bucha. La scena sopra riportata nello screenshot mostra il percorso della “Settima Strada” (M07) e il confine tra Kiev e la città di Hostomel, ben lontano dalla città della strage.

L’ultimo luogo ripreso riguarda una farmacia situata nei pressi della Chiesa di Sant’Anna la Giusta, a nord di Bucha (che vedremo in un altro fotogramma del video).

I luoghi ripresi nel video risultano molto lontani da Yablunska Street, la via dove vennero ritrovati i cadaveri a terra (ricordiamo che il famoso filmato venne diffuso il primo aprile).

Il video tagliato per nascondere i cadaveri
Il rappresentante russo sostiene che «Il filmato non mostra cadaveri per le strade». Si tratta di una enorme bufala, sostenuta attraverso la manipolazione del video originale diffuso dalle autorità ucraine. Nella versione russa del filmato mostrata presso l’ONU, il primo cadavere risulta “censurato” (qui il link diretto al momento del ritrovamento).

Nel video originale viene mostrato con attenzione un altro cadavere (intorno al minuto 4:50). La struttura in legno, ripresa in alto a sinistra del video, mostra la Chiesa di Sant’Anna la Giusta situata a nord di Bucha.

La falsità sostenuta da Francesca Donato
A condividere con certezza la bufala è Francesca Donato su X:
Finalmente vengono a galla le prove della vergognosa messa in scena orchestrata dai servizi segreti ucraini a #Bucha per affossare il negoziato russo-ucraino di Istambul del 2022 ed etichettare la Russia come “Stato terrorista”. Video e testimoni oculari che confermano quanto i dubbi su quella vicenda fossero fondati. Il governo ucraino di #Zelensky è il vero colpevole di quel massacro.

Conclusioni
Non è la prima volta che si sente parlare di Adrien Bocquet. Già nel 2022 aveva diffuso dichiarazioni false sulla strage di Bucha e sulla sua presunta presenza in Ucraina. Il rappresentante russo presso le Nazioni Unite non solo ha riproposto un noto diffusore di fake news come falso testimone, ma ha anche rilanciato le false narrazioni della propaganda del Cremlino.
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