Dazi, Trump: «Tratteremo con l’Ue, non con singoli Stati». Media Usa: «Sulla Cina tariffe in totale al 145%»


Novanta giorni di proroga concessi da Donald Trump sui dazi reciproci, novanta giorni concessi dall’Unione europea sulle contro-tariffe del 25% preannunciate ieri. A darne annuncio è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dopo che in mattinata aveva già manifestato la soddisfazione per la decisione della Casa Bianca: «È un passo importante verso la stabilizzazione dell’economia globale». Mano tesa da Washington, altrettanto da Bruxelles: «Vogliamo dare una possibilità ai negoziati», ha scritto sui social media von der Leyen. «Mentre completiamo l’adozione delle contromisure dell’Ue, che hanno ricevuto un forte sostegno da parte dei nostri Stati membri, le sospendiamo per 90 giorni. Se i negoziati non saranno soddisfacenti, scatteranno le nostre contromisure». In serata, è intervenuto il presidente Usa affermando che tratterà con l’Ue «come unico blocco» e non per singolo Paese. Chi non beneficerà di questa marcia indietro di Trump è la Cina: i dazi contro Pechino sono complessivamente al 145%. Lo riporta Cnbc citando fonti della Casa Bianca, secondo le quali il 125% di tariffe reciproche annunciato dal presidente si va a sommare al 20% di dazi imposti in precedenza per il fentanyl.
April 10, 2025
Trump: «Tratteremo con l’Ue sui dazi come un unico blocco»
Donald Trump ha detto che sui dazi tratterà con l’Unione europea «come un unico blocco» e non per singolo Paese. «Ci hanno trattato molto male ma sono stati intelligenti», ha aggiunto il presidente riferendosi al ritiro delle tariffe di ritorsione da parte di Bruxelles.
Trump: «Ci sarà un costo di transizione»
Trump ha ammesso, durante una riunione del suo governo, che «ci sarà un costo di transizione» per i dazi ma ha assicurato che “andrà tutto bene” e che gli Stati Uniti «stanno guadagnando miliardi al giorno» dalle tariffe.
Nuova stretta commerciale degli Usa verso Pechino
Nuova stretta commerciale degli Usa verso la Cina. L’amministrazione Trump ha annunciato un aumento al 120% delle tariffe a partire dal 2 maggio sui pacchi di valore fino a 800 dollari provenienti da Pechino, precedentemente esentati dai dazi. Secondo quanto comunicato dalla Casa Bianca, saliranno anche le tasse postali: per gli articoli in arrivo tra il 2 maggio e il 1 giugno si pagheranno 100 dollari a pezzo, mentre dal 1 giugno la cifra salirà a 200 dollari, contro i 75 e 150 previsti inizialmente. Nel mirino dell’iniziativa, le spedizioni legate a piattaforme online come Temu e Shein.
Wall Street crolla
Wall Street sempre più giù. Il Dow Jones perde il 5,37% a 38.438,20 punti, il Nasdaq arretra del 7,14% a 15.912,67 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 6,10% a 5.124,04 punti.
Milano chiude brillante (+4,73%)
Ha chiuso in forte rialzo Piazza Affari all’indomani del congelamento per 90 giorno dei dazi Usa annunciato dal presidente Donald Trump. L’indice Ftse Mib ha guadagnato il 4,73% a 34.277 punti, tra scambi fiume per 5,68 miliardi di euro di controvalore. Poca cosa comunque rispetto agli oltre 9,1 miliardi dello scorso 4 aprile e ai 9 miliardi della seduta successiva. Positivo l’intero paniere dei grandi titoli, in rialzo a 124,4 punti lo spread tra Btp e Bund decennali tedeschi, con il rendimento annuo italiano in calo di 6 punti a quasi 3,82% e quello tedesco di 1,3 punti al 2,57%. Brillante Unicredit (+8,36%), regina del paniere, insieme al resto del comparto bancario sia in Italia sia in Europa.
Sul trono anche Tim (+8,31%), che secondo gli analisti di Exane Bnp Paribas è destinata a fare meglio del listino (outperform). Seguono Banco Bpm (+7,58%), Fineco (+7,48%), Nexi (+7,4%), su ipotesi di un rialzo del dividendo, Popolare Sondrio (+5,84%), Intesa (+5,77%), Bper (+5,75%) ed Mps (+4,77%). In campo industriale si è distinta Prysmian (+7,5%), premiata dagli analisti di Banca Akros che ne hanno raccomandato l’acquisto elevando il prezzo obiettivo del 44% a 65 euro. In luce anche Interpump (+7,18%), Saipem (+4,9%). Sono salite meno dell’indice Ferrari (+4,23%), Leonardo (+3,9%), Amplifon (+3,86%), Mediobanca (+3,84%), Iveco (3,11%), Eni (+2,88%), Snam (+2,84%), Enel (+2,65%) e Stellantis (+2,59%). In quello che può essere definito come il giorno del riscatto, chi ha fatto peggio ha guadagnato l’1,32% come Italgas e lo 0,9% come Diasorin.
L’accusa del Congresso a Trump: «Con i dazi fa insider trading»
Intanto negli Stati Uniti, Donald Trump è sotto il fuoco incrociato del Congresso. Ieri, poche ora prima dell’annuncio della proroga di 90 giorni, aveva spronato sui social tutti gli americani ad acquistare azioni e titoli in vista di un futuro rialzo, che il tycoon dava per certo. E così è stato, proprio grazie alla decisione della Casa Bianca di sospendere la politica protezionistica per i prossimi tre mesi. Il deputato democratico Adam Schiff ha per questo chiesto al Congresso di indagare sul possibile reato di insider trading o manipolazione del mercato, nel codice italiano definito aggiotaggio.
Stop ai dazi Usa? Le Borse volano
Non proprio dazi zero, ma se non altro una netta frenata sulla politica tariffaria quella annunciata mercoledì dal presidente americano. Un segnale di possibile stabilizzazione economica che è stato accolto con favore prima dalle borse americane e asiatiche, con il Giappone che ha chiuso con il secondo maggiore rialzo giornaliero di sempre al +9%. E che, come ampiamente prevedibile, si è trascinato in Europa per la riapertura delle borse. In poche ore dal profondo rosso il Vecchio Continente è stato travolto da un’ondata verde: Francoforte al +7,5%, Milano al +7%, Parigi in risalita del +6,2% e Londra del +4,7%. Cifre che marcano il maggiore rialzo delle piazze europee dal Covid.
La soddisfazione dell’Ue, von der Leyen: «Dietrofront di Trump? Passo importante»
Il segnale dalla Casa Bianca è evidente ed è arrivato – se sia un caso o no non è dato saperlo – poche ore dopo l’annuncio dell’Unione europea di contro-dazi al 25%. La decisione di Trump, è bene ricordarlo, non annulla le tariffe ma le regolarizza tutte al 10%, senza dunque quelle percentuali aggiuntive che variavano di Paese in Paese secondo lo strano calcolo basato sul deficit commerciale. Un passo indietro – per tutti eccetto che per la Cina – che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito «un passo importante verso la stabilizzazione dell’economia globale». Una fotografia chiara a livello di tariffe sull’export permette «catene di approvvigionamento» che funzionano, perché hanno un terreno saldo a livello normativo su cui poggiarsi. Poi von der Leyen ha promesso: «L’Ue resta impegnata a condurre negoziati costruttivi con gli Stati Uniti». Intanto il portavoce, Olof Gill, annuncia un periodo di riflessione prima di decidere i prossimi passi. Ora che Trump ha fatto un passo indietro, Bruxelles farà lo stesso?
L’allarme degli analisti: «Economia danneggiata da imprevedibilità, la sospensione dei dazi non cambia nulla»
La fiducia di Ursula von der Leyen in una stabilizzazione economica non è condivisa da tutti. «Anche se le tariffe venissero sospese definitivamente, l’economia subirebbe danni a causa di un senso permanente di imprevedibilità nella politica», è la posizione degli analisti finanziari della Deutsche Bank. «Gli eventi delle ultime settimane avranno ripercussioni sui partner economici globali durante i prossimi negoziati commerciali e per molti anni a venire».
La Cina e la mano tesa a Washington: «Protezionismo è una strada a senso unico»
In mezzo a un mondo in ripresa (almeno momentanea) ad andare a fondo è la Cina, l’unico Paese a cui Trump non ha risparmiato il peso dei dazi «reciproci». Anzi, ha addirittura innalzato l’aliquota dal complessivo 104% al 125%, una sorta di vendetta personale contro la decisione di Pechino di rispondere alle tariffe con contro-dazi all’84%, entrati in vigore la mattina di giovedì 10 aprile. «Non accetteremo mai pressioni estreme e bullismo da parte degli Stati Uniti», ha affermato il portavoce del ministero del Commercio He Yongqian nel punto stampa settimanale. La mano però è tesa verso la Casa Bianca. Unita all’invito di «incontrarsi a metà strada sulla base del rispetto reciproco e dell’uguaglianza» e, insieme, alla minaccia di una guerra commerciale: «Se gli Usa insistono nel seguire la propria strada, la Cina li seguirà fino alla fine. Il protezionismo è una strada a senso unico». Stando a Bloomberg, i principali funzionari del presidente Xi Jinping si riuniranno nelle prossime ore per discutere ulteriori misure per rispondere a Washington.