Ultime notizie DaziDonald TrumpFemminicidi
ECONOMIA & LAVOROCinaDaziDonald TrumpUnione europeaUSA

Il panic selling, i titoli del Tesoro, Bessent: cosa ha convinto Donald Trump allo stop ai dazi per 90 giorni

donald trump scott bessent stop dazi 90 giorni
donald trump scott bessent stop dazi 90 giorni
Il tycoon dice che ha fermato tutto «con il cuore». E che non voleva danneggiare gli altri paesi. I retroscena raccontano un'altra storia. Che parte dai T-Bill

La decisione di sospendere i dazi per 90 giorni è stata presa «negli ultimi giorni, ci ho pensato molto. Credo che il tutto sia nato stamattina presto, abbastanza presto, e l’ho semplicemente scritto». Come? «È stato scritto con il cuore». Un Donald Trump quasi sentimentale parla dopo lo stop alle tariffe. E spiega che «è stato scritto come qualcosa che ritengo molto positivo per il mondo e per noi. Non vogliamo danneggiare paesi che non hanno bisogno di essere danneggiati. E tutti vogliono negoziare». Un tycoon quasi petaloso, quindi. Che però nasconde il vero retroscena. Ovvero che è stato il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent a convincerlo. Come? Mostrandogli l’andamento del mercato dei titoli di Stato Usa.

Scott Bessent e i T-Bill

La Cnn dice che l’allarme del Dipartimento del Tesoro per i segnali di sofferenza nel mercato dei titoli di Stato statunitensi ha giocato un ruolo chiave nella decisione del presidente. La rete attribuisce l’indiscrezione a tre fonti altamente qualificate. Il segretario al Tesoro avrebbe sollevato queste preoccupazioni direttamente a Trump nel loro incontro che ha preceduto l’annuncio del rinvio dei dazi. Sottolineando le preoccupazioni condivise dai funzionari economici della Casa Bianca che avevano informato il presidente sull’accelerazione del selloff nel mercato del Tesoro statunitense all’inizio della giornata. Quelli su acciaio e alluminio e sulle auto rimarranno comunque invariati, ha detto il ministro del Commercio americano Howard Lutnick. Così come quelli alla Cina che sono stati aumentati.

I titoli del Tesoro Usa

I Treasury Bill (T-Bill) sono dei titoli del debito statunitense con scadenza a un anno o inferiore. Sono solitamente emessi sotto la pari o alla pari (dunque a un prezzo uguale o inferiore al valore nominale). Sono considerati tra i più importanti strumenti di liquidità reperibili sul mercato. Le scadenze dei T-Bill sono a 4, 13, 26 e 52 settimane. Il segretario e il suo dipartimento erano, in particolare, preoccupati per l’impennata dei rendimenti che comporta costi più elevati per i consumatori americani sui tassi dei mutui per le case e i costi di finanziamento per le imprese.

I titoli del Tesoro americano sono considerati l’investimento più sicuro del mercato. È il luogo in cui gli investitori di tutto il mondo si rifugiano, certi che il ruolo dominante degli Stati Uniti nel sistema finanziario globale garantirà la sicurezza degli asset. Ma l’ondata di dazi imposti da Trump ha provocato la rapida svendita di asset rifugio e questo ha suscitato il timore di nuove turbolenze sui mercati.

Il nervosismo dei mercati

«Ho pensato che la gente stesse un po’ esagerando, stesse diventando nervosa, sapete», ha detto Trump ai giornalisti dopo l’annuncio. Gli indici azionari statunitensi sono saliti in seguito alla notizia, con l’indice di riferimento S&P 500 che ha chiuso in rialzo del 9,5%. I rendimenti obbligazionari hanno superato i massimi precedenti e il dollaro ha rimbalzato contro le valute rifugio. Proprio Bessent ha affermato che il ritiro era stato il piano fin dall’inizio per portare i paesi al tavolo delle trattative. Trump, tuttavia, ha successivamente indicato che il panico sui mercati, che si era sviluppato dopo i suoi annunci del 2 aprile, aveva influenzato le sue decisioni.

Il vero nemico

Trump ha comunque continuato a fare pressione sulla Cina, il secondo maggiore fornitore di importazioni statunitensi. Dichiarando che avrebbe aumentato immediatamente i dazi sulle importazioni cinesi al 125%, dal 104% entrato in vigore a mezzanotte. E dimostrando che si tratta del vero e primo nemico degli Usa in questa guerra. Mercoledì Pechino ha imposto dazi dell’84% sulle importazioni statunitensi per allinearsi alla precedente ondata di dazi di Trump. E ha promesso di «combattere fino alla fine» in una crescente disputa commerciale tra le due principali economie mondiali. Anche la retromarcia sui dazi imposti ad altri paesi non è definitiva. Un dazio generalizzato del 10% su quasi tutte le importazioni statunitensi rimarrà in vigore, ha affermato la Casa Bianca.

Canada e Messico

Il blocco di 90 giorni non si applica inoltre ai dazi pagati da Canada e Messico. Poiché le loro merci sono ancora soggette a dazi del 25% relativi al fentanyl se non conformi alle regole di origine dell’accordo commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada. Questi dazi rimangono in vigore per il momento, con un’esenzione a tempo indeterminato per le merci conformi all’USMCA.

I dazi di Trump hanno innescato panic selling sui mercati e messo sotto pressione i titoli del Tesoro statunitensi e il dollaro, che costituiscono la spina dorsale del sistema finanziario globale. Canada e Giappone hanno dichiarato che sarebbero intervenuti per garantire stabilità, se necessario, un compito solitamente svolto dagli Stati Uniti in periodi di crisi economica.

Cosa ha detto Bessent

Goldman Sachs ha ridotto la probabilità di una recessione al 45% dopo la mossa di Trump, dal 65% in poi. Affermando che i dazi rimasti in vigore avrebbero comunque probabilmente comportato un aumento del 15% dell’aliquota tariffaria complessiva. Durante le sue dichiarazioni ai media Bessent ha ignorato le domande sulle turbolenze del mercato. E ha affermato che la brusca inversione di tendenza ha premiato i paesi che avevano seguito il consiglio di Trump di astenersi da ritorsioni. Ha anche sostenuto che Trump avesse usato i dazi per creare la massima leva negoziale.

Una strategia?

«Questa è stata la sua strategia fin dall’inizio», ha detto Bessent ai giornalisti. «E si potrebbe persino dire che abbia spinto la Cina in una brutta posizione». Il segretario è il punto di riferimento nei negoziati paese per paese che potrebbero riguardare gli aiuti esteri e la cooperazione militare, nonché questioni economiche. Trump ha parlato con i leader di Giappone e Corea del Sud, e una delegazione del Vietnam ha incontrato mercoledì funzionari statunitensi per discutere di questioni commerciali, ha dichiarato la Casa Bianca.

E la Cina?

Trump ha anche affermato che anche una risoluzione con la Cina è possibile. Anche se prima si procederà con gli accordi con altri paesi. «La Cina vuole raggiungere un accordo», ha detto Trump. «Semplicemente non sa come procedere». Il presidente ha detto ai giornalisti di aver preso in considerazione una pausa per diversi giorni. Lunedì, la Casa Bianca aveva detto che la notizia di una possibile riduzione dei dazi era «una bufala». Intanto il segretario al Commercio Howard Lutnick ha detto che si aspetta che anche l’Unione Europea rinvii i dazi: «L’Europa ha imposto dei dazi di ritorsione, ma ha detto che non entreranno in vigore prima di un paio di settimane. Penso che quello che succederà è che saranno rinviati di 90 giorni, così avranno il tempo di negoziare con il presidente senza avere nulla in sospeso».

leggi anche