Gli integratori Omega-3 possono davvero rallentare l’invecchiamento biologico? Cosa dice la scienza e come scegliere quelli giusti


Tra gli scaffali di farmacie o supermercati, sotto consiglio di medici o amici, sempre più spesso ci ritroviamo a cercare qualcosa che possa aiutarci a preservare energia e salute il più a lungo possibile. In alcuni periodi dell’anno o in stagioni dove ci sentiamo particolarmente affaticati torna quindi ancora più forte la corsa agli integratori. L’attenzione verso sostanze che promettono di migliorare il benessere e rallentare gli effetti del tempo continua a crescere, e tra gli integratori più scelti compaiono ancora gli omega3: da anni indicati come alleati della salute, sono tuttora al centro del dibattito scientifico su quanto facciano davvero bene e soprattutto in quali condizioni.
Ad aggiungere nuovi elementi lo studio pubblicato su Nature Communications, la ricerca dal titolo Omega-3 supplements seem to slow down biological ageing accende di nuovo l’attenzione su questi acidi grassi: noti per le loro proprietà infiammatorie e per il ruolo positivo nella salute cardiovascolare e cerebrale, ora aprirebbero la strada anche a virtù anti-invecchiamento. Gli scienziati spiegano come assumere quotidianamente un integratore di omega-3 potrebbe rallentare l’invecchiamento biologico dell’organismo. L’effetto osservato è una riduzione media di tre mesi sull’età epigenetica in sei mesi di trattamento, un risultato molto significativo dal punto di vista statistico, soprattutto in un ambito, quello della longevità, in cui ogni piccolo margine si rivela di importante impatto sul lungo periodo e in grado di aprire nuove prospettive per la prevenzione attraverso alimentazione e integrazione.
L’orologio biologico si può rallentare?
Non tutta l’età si misura in anni. Il concetto di età biologica si riferisce a quanto un corpo è invecchiato a livello cellulare, indipendentemente dal numero di compleanni festeggiati. Viene calcolata attraverso modelli epigenetici che analizzano l’attività di centinaia di geni, in particolare quelli influenzati da fattori ambientali e comportamentali, come alimentazione, stress e infiammazione cronica. Negli ultimi anni, il rallentamento dell’età biologica è diventato un obiettivo chiave per la ricerca sulla longevità. Da qui l’interesse verso sostanze naturali e integratori potenzialmente in grado di influenzare questo processo, tra cui proprio gli omega-3.
Lo studio
Il team guidato da scienziati dell’Ohio State University ha condotto uno studio randomizzato e controllato su 92 adulti, assegnati a tre diversi gruppi: uno ha ricevuto 2,5 grammi al giorno di omega-3, un secondo ha assunto una dose più bassa, mentre il terzo ha ricevuto un placebo.
Dopo sei mesi, è emerso che i partecipanti del primo gruppo, quello con la dose più alta, avevano un’età biologica inferiore di circa 0,3 anni (circa tre mesi) rispetto all’inizio dello studio. Al contrario, nei soggetti del gruppo placebo si è registrato un leggero aumento dell’età biologica.
Il risultato, secondo gli autori, è coerente con l’ipotesi che gli acidi grassi omega-3 abbiano effetti antinfiammatori e possano modulare l’attività genica attraverso vie epigenetiche.
Come agiscono gli omega-3 sull’organismo?
Gli acidi grassi omega-3 a lunga catena, in particolare EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), sono associati a numerosi benefici per la salute, tra cui il supporto al sistema cardiovascolare e alla funzione cerebrale. Gli studiosi parlano di effetti pleiotropici, cioè la capacità di una singola sostanza di agire su diversi meccanismi fisiologici contemporaneamente.
A livello cellulare, gli omega-3 influenzano la struttura delle membrane, regolano l’attività di recettori nucleari coinvolti nel controllo dell’infiammazione e stimolano la produzione di lipidi specializzati, come resolvine e protectine, che aiutano a spegnere le risposte infiammatorie in eccesso.
Secondo i ricercatori, questo effetto antinfiammatorio è uno dei motivi per cui l’assunzione di omega-3 sarebbe in grado di rallentare l’invecchiamento biologico, tutti quei cambiamenti molecolari e genetici che avvengono con il passare del tempo e che non sempre coincidono con l’età anagrafica. In particolare, l’attenuazione della cosiddetta infiammazione cronica di basso grado, un processo silente ma persistente, noto anche come “inflammaging”, sembra giocare un ruolo chiave nel mantenimento della stabilità epigenetica.
In quali cibi e integratori?
Gli acidi grassi omega-3 si trovano naturalmente in alimenti come il pesce azzurro (salmone, sgombro, sardine), le noci, i semi di lino e l’olio di pesce. Gli integratori disponibili in commercio contengono invece diverse combinazioni di EPA e DHA, le due forme principali di omega-3.
Per ottenere benefici simili a quelli descritti nello studio, la quantità quotidiana assunta dovrebbe avvicinarsi ai 2,5 grammi di EPA+DHA, un dosaggio superiore rispetto alla media delle diete occidentali. Prima di iniziare un percorso integrativo è comunque consigliabile rivolgersi a un medico, soprattutto in presenza di terapie farmacologiche già presenti o patologie croniche.
Occhio all’etichetta: come scegliere un buon integratore di omega-3?
Non tutti gli integratori di omega-3 sono uguali. Ecco alcuni elementi da considerare prima di acquistare:
· Contenuto di EPA e DHA. Controlla che sull’etichetta sia specificata la quantità per dose giornaliera dei due principali acidi grassi omega-3: EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico). Alcuni prodotti indicano solo il “totale di omega-3”, che può includere anche forme meno efficaci.
· Quantità consigliata. Per ottenere effetti simili a quelli osservati nello studio (rallentamento dell’età biologica), servono circa 2,5 grammi al giorno di EPA+DHA: una quantità superiore a quella contenuta in molti prodotti commerciali, che spesso non superano i 300-500 mg per capsula.
· Origine dell’olio. L’olio di pesce è la fonte più comune, ma può variare molto in purezza e sostenibilità. Alcuni integratori di alta qualità specificano la provenienza (pesce selvatico, pesca certificata), oppure optano per alternative vegetali come l’olio di alghe, adatto anche a vegetariani e vegani.
· Certificazioni di purezza. Verifica la presenza di certificazioni indipendenti (come IFOS, GOED, o certificazioni bio) che garantiscano l’assenza di contaminanti come mercurio, diossine e PCB.
· Forma chimica. Gli omega-3 possono presentarsi in forma di trigliceridi naturali, etil esteri o fosfolipidi. I trigliceridi sono spesso meglio assorbiti, ma anche più costosi. La scelta può dipendere da tollerabilità e necessità individuali.
Verità e falsi miti sugli integratori di omega-3
Nel mercato degli integratori, gli omega-3 occupano un posto di rilievo da anni. Ma non tutto ciò che si legge corrisponde a realtà scientificamente dimostrata. Non sono una cura miracolosa, né bastano da soli a prevenire patologie gravi. Alcuni produttori promettono effetti esagerati su memoria, dimagrimento o longevità estrema: affermazioni che non trovano riscontro negli studi clinici.
Quello che la ricerca supporta con maggiore solidità riguarda la salute cardiovascolare. Numerosi studi hanno dimostrato che l’assunzione regolare di EPA e DHA può contribuire a ridurre i livelli di trigliceridi e, in alcuni casi, il rischio di eventi cardiovascolari, specialmente in persone con malattie preesistenti.
Nel campo della salute mentale, le evidenze sono più contrastanti: alcuni studi suggeriscono un effetto positivo lieve in condizioni come la depressione, ma non sufficiente a giustificare l’uso routinario come trattamento. Per quanto riguarda la memoria o il rendimento cognitivo negli adulti sani, i risultati sono deboli o assenti.
Quanto al rallentamento dell’invecchiamento, lo studio recentemente pubblicato rappresenta una novità interessante, anche se iniziale. È per questo che parlare di elisi di giovinezza risulterebbe lontano da qualunque valutazione scientifica, ma che l’utilizzo di omega-3 può essere considerato a pieno titolo fattore tra gli altri di uno stile di vita sano.