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Australia, errore nella fecondazione in vitro: impiantato l’embrione sbagliato. Una donna scopre che il bambino non è biologicamente suo

11 Aprile 2025 - 14:44 Ugo Milano
errore di fecondazione
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Così un sogno di genitorialità si è trasformato in un incubo

Un sogno di genitorialità trasformato in un incubo. È accaduto a una donna in Australia che, dopo aver ricorso alla fecondazione in vitro per avere un figlio, ha scoperto che il bambino che aveva dato alla luce non era, biologicamente parlando, suo. L’errore, che ha sconvolto la vita della coppia, è avvenuto nella clinica Monash IVF di Brisbane, una delle strutture più prestigiose del Paese nel campo della fertilità. Tutto è venuto a galla quando la coppia ha chiesto di trasferire gli embrioni rimanenti in un’altra clinica. Durante il procedimento, però, i medici hanno notato una stranezza: c’era un embrione in più, quello che pensavano fosse stato impiantato nella donna, ma che in realtà apparteneva a un’altra coppia.

Le scuse della clinica

La clinica ha immediatamente riconosciuto l’errore e ha assicurato il pieno supporto alla coppia. «A nome di Monash IVF, voglio esprimere il mio sincero dispiacere per quanto accaduto. Continueremo a supportare i pazienti in questo momento estremamente angosciante», ha affermato il Ceo Knaap. In questo scenario, la questione legale potrebbe diventare complicata. Sebbene la legge nello stato del Queensland riconosca come genitore di un neonato la donna che lo ha partorito (insieme al suo partner), i genitori biologici, che non hanno mai acconsentito alla procedura, potrebbero intraprendere una causa legale per cercare di ottenere la custodia del bambino.

Non un caso isolato

La clinica ha rassicurato che si è trattato di un errore isolato, ma il posto non è nuovo a controversie. Già lo scorso anno, la struttura aveva firmato un accordo da 56 milioni di dollari australiani (circa 30,5 milioni di euro) per risolvere una disputa con oltre 700 ex pazienti. La clinica fu accusata di negligenza nei test sugli embrioni, che avrebbero portato a falsi positivi e, in alcuni casi, all’eliminazione di embrioni sani.

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