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Bus precipitato dal viadotto, l’ex Ad di Autostrade Castellucci condannato definitivamente a 6 anni: «Si costituirà»

11 Aprile 2025 - 20:20 Ugo Milano
tragedia-acqualonga
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Nel 2013 un bus turistico precipitò da un viadotto in provincia di Avellino, togliendo la vita a 40 persone. La manutenzione del mezzo era stata contraffatta e quella dell'austrada era carente

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a sei anni di reclusione per Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia (Aspi), nell’ambito del procedimento per la strage del 28 luglio 2013 avvenuta sul viadotto Acqualonga, nei pressi di Monteforte Irpino, in provincia di Avellino, sull’autostrada A16. Nell’incidente persero la vita 40 persone. Castellucci era stato condannato in secondo grado per disastro colposo e omicidio colposo. In primo grado era stato assolto. Con la pronuncia dei giudici della Cassazione, la condanna è diventata definitiva. Secondo quanto ha fatto sapere il suo legale, Castellucci è pronto a costituirsi. «Attendiamo l’ordine di carcerazione», ha affermato l’avvocato dell’ex ad di Aspi Filippo Dinacci.

La tragedia

La tragedia si verificò quando un pullman turistico, a causa del cedimento dell’impianto frenante e dell’assenza di adeguate barriere di sicurezza lungo l’autostrada, precipitò da un viadotto lungo l’autostrada A16 Napoli-Canosa, causando una delle peggiori tragedie stradali della storia italiana. La condanna a Castellucci riguarda invece la manutenzione carente tratto di strada interessato dalla tragedia. Alla stessa pena sono stati condannati – secondo quanto riporta il Corriere del Mezzogiorno – il direttore generale dell’epoca di Aspi, Riccardo Mollo, e per i dipendenti Massimo Giulio Fornaci e Marco Perna.

Le condanne per la manutenzione del bus

Il bus era molto vecchio e non era stato sottoposto alla revisione. I documenti che certificano il controllo erano stati falsificati. Per questi fatti sono stati condannati a 9 anni il proprietario del bus, Gennaro Lametta, e a 4 anni l’allora dipendente della motorizzazione civile di Napoli Antonietta Ceriola.

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