La Cina alza i contro-dazi contro gli Usa al 125%. Borse europee in calo


«Stiamo andando davvero bene con la nostra politica sui dazi. Molto entusiasmante per l’America e per il mondo!». Ne è sicuro Donald Trump, che su Truth torna a difendere la politica commerciale della Casa Bianca che tanto ha mandato in agitazione i mercati azionari e i leader di tutto il mondo. I «dazi reciproci» annunciati il 2 aprile dal presidente americano sono stati sospesi, ad eccezione di quelli contro la Cina che hanno raggiunto il 145%. Domani, sabato 12 aprile, le contro-tariffe annunciate da Pechino saliranno in tutta risposta dall’84% al 125%. Secondo la Cnn, l’amministrazione Trump avrebbe messo in guardia la Cina contro i dazi ritorsivi contro gli Stati Uniti. Xi Jinping, però, ha deciso di tirare dritto e ignorare l’avvertimento americano.
Borse incerte in Europa
La sospensione dei «dazi reciproci» non è bastata a rassicurare i mercati europei. Le Borse del Vecchio Continente sono quasi tutte in leggero calo per via dell’escalation delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino. Tra i principali listini europei, a metà pomeriggio, è il Dax di Francoforte a indossare la maglia nera con un -1,1%. In calo anche Milano (-1,4%), Amsterdam (-0,7%) e Madrid (-0,2%) e Parigi (-0,4%). Cresce, seppur di poco, Londra (+0,6%). Sul fronte valutario il dollaro accentua la sua debolezza sulle principali valute. L’euro sale del 2% a 1,1447 sul biglietto verde. Si rafforzano anche la Sterlina a 1,3120 e il franco svizzero a 1,2320, con quest’ultimo ai massimi storici.
Il patto Cina-Spagna «per arrivare all’Europa»
Che Pechino intendesse andare al muro contro muro nella guerra commerciale con Washington lo si era capito già da alcuni giorni. «Ignoreremo ulteriori giochi sui numeri delle tariffe americane, che avranno perso la loro giustificazione economica», ha promesso il ministro cinese delle Finanze. Oggi, però, è emerso un nuovo dettaglio della strategia di Pechino per rovinare i piani a Trump. Xi Jinping punta infatti a formare un’alleanza con l’Europa, passando attraverso la Spagna, per «mantenere la tendenza della globalizzazione economica e resistere insieme alle prepotenze unilaterali» degli Stati Uniti.
Il ricorso di Pechinoal Wto
Secondo la Cina, i dazi americani «violano le leggi economiche fondamentali e il buon senso» e per questo si appellerà alla Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio. Un ricorso meramente simbolico, dato che il meccanismo di risoluzione è bloccato dagli stessi Stati Uniti che non hanno nominato nuovi giudici. Di certo, assicura Pechino, «tuteleremo con forza i nostri diritti». E un modo per proteggersi Xi Jinping ce lo ha bene in mente e passa per l’Europa. «La Cina è pronta a costruire un partenariato strategico con la Spagna» per dare poi «impeto alle relazioni tra Cina e Ue», ha detto il leader di Pechino dopo un incontro con il premier spagnolo Pedro Sanchez. L’obiettivo, per il Vecchio Continente e il Dragone, è «farsi carico delle proprie responsabilità internazionali». E salvaguardare «l’equità e la giustizia internazionale, le norme e l’ordine economico globale».
Bankitalia: «Impatto mitigato per le imprese italiane»
Secondo Bankitalia, l’impatto dei dazi americani (in parte sospesi) contro l’Unione europea potrebbe essere più modesto di quanto si crede. «La composizione settoriale, il posizionamento qualitativo e il buon livello di profittabilità delle imprese italiane operanti sul mercato statunitense potrebbero mitigare le conseguenze del calo della domanda da parte degli Stati Uniti, quantomeno nel breve periodo», si legge nell’ultimo bollettino economico di Palazzo Koch. Bankitalia stima che l’export verso gli Usa, in modo diretto e indiretto, vale l’8,1 per cento del valore aggiunto della manifattura italiana e circa l’1,2 per cento del Pil e che, certamente, «in prospettiva le esportazioni risentiranno degli effetti dell’incremento dei dazi». Le imprese italiane sono senz’altro esposte al mercato statunitense, ma Bankitalia stima che con l’introduzione dei dazi il fatturato potrebbe calare di appena un punto percentuale.
Sefcovic a Washington domenica
Il commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, si recherà domenica a Washington per negoziare con le controparti statunitensi. Lo ha dichiarato il portavoce della Commissione europea per il Commercio, Olof Gill: «Si recherà a Washington per cercare di siglare accordi. Questo è ciò su cui ci stiamo concentrando. Tutte le opzioni sono sul tavolo, se questo non dovesse portare a un buon risultato».
Tariffe europee, von der Leyen minaccia: «Pronti a ritorsione contro le Big tech»
«Non c’è alcun vincitore nella guerra dei dazi, il mondo sarà solo progressivamente isolato», è la posizione di Xi Jinping. Ma per ora la posizione di Bruxelles sembra leggermente discostarsi da questa sicurezza. In un’intervista al Financial Times, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha promesso «lo sviluppo di misure di ritorsione» contro le Big tech, come Meta e Google, nel caso in cui i negoziati con la Casa Bianca «non risultassero soddisfacenti». Si tratterebbe di una tassa sui ricavi pubblicitari digitali, parte di una più ampia gamma di contromisure: «Non torneremo mai più allo status quo. È un punto di svolta per gli Stati Uniti, senza dubbio».
Macron e i contro-dazi: «Trattiamo, ma dobbiamo lottare: è in gioco la vita dei nostri territori»
Della stessa idea anche il presidente francese Emmanuel Macron: «La sospensione parziale dei dazi per 90 giorni è una porta aperta, ma fragile», ha scritto su X. «Il nostro obiettivo resta semplice: negoziare per eliminare queste tariffe ingiuste e ottenere un accordo equilibrato, senza asimmetrie». Al contempo, come già anticipato da von der Leyen, «l’Europa deve continuare a lavorare su tutte le contromisure necessarie e mobilitare tutte le leve disponibili per proteggersi». Anche perché, sottolinea l’inquilino dell’Eliseo, i dazi del 25% su acciaio, alluminio e automobili e quelli del 10% su tutti gli altri prodotti rimangono comunque in vigore: «Sono 52 miliardi di euro per l’Ue. Abbiamo ragione a lottare: sono in gioco posti di lavoro e le vite dei nostri territori».
April 11, 2025