Il Veneto e la tentazione Antonella Viola, così il Pd prepara il piano per il dopo Zaia. E gli sfidanti latitano


«È il dopo Zaia, tutto è possibile», lo stop al terzo mandato da parte della Consulta ha aperto completamente il panorama politico e amministrativo in Veneto. Il centrodestra deve trovare una quadra definitiva per riaffermarsi in una delle sue Regioni roccaforte, l’opposizione si è data fino a maggio per individuare uno sfidante che convinca tutti. Mentre da questo weekend decine di gazebo torneranno a popolare le piazze del Veneto «per il domani», si fanno forti le voci che vorrebbero la scienziata Antonella Viola come volto della coalizione. Lei, scrive il Corriere del Veneto, per ora prende tempo e non si sbilancia.
Le armi di Antonella Viola: famosa e senza un partito
Immunologa, diventata celebre durante la pandemia Covid e rimasta tale, Antonella Viola garantirebbe una gestione di fatto super partes, al di là di ogni questione strettamente partitica. In una parola, civica e che quindi potrebbe facilmente mettere d’amore e d’accordo anche i gruppi di opposizione più piccoli. Gli occhi rimangono puntati su Viola, anche perché di candidati su cui il centrosinistra si senta sicuro a puntare.
Chi dice no e chi non convince
Tra chi ha già ufficializzato il suo interesse per Palazzo Balbi, anche se come candidatura auto-annunciata, c’è il senatore del Pd Andrea Crisanti. Volto noto ma che non convince. Gli altri papabili hanno tutti fatto un passo indietro, dal segretario regionale del Partito democratico Andrea Martella – che vorrebbe mirare a diventare primo cittadino di Venezia – fino al giovanissimo Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza che punterebbe alle Regionali ma del 2030. Rientrano allora in corsa le figure di Achille Variati, ex eurodeputato e storico sindaco di Vicenza, e la capogruppo al consiglio regionale Vanessa Camani. Quest’ultima per molti è una «guerriera», lottatrice scomoda e rispettata anche dalle forze di maggioranza. Per altri lo è fin troppo. Insomma, Viola sembra l’unico nome convincente per puntare a quel 30% realistico per le prossime elezioni Regionali. E forse qualcosina di più, essendo che nel dopo Luca Zaia «tutto può succedere».