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È morto Graziano Mesina, le tante evasioni e la scarcerazione per la malattia terminale: chi era l’ex primula rossa del banditismo sardo

12 Aprile 2025 - 11:47 Giulia Norvegno
Graziano Mesina
Graziano Mesina
Considerato la primula rossa del banditismo sardo, per le sue numerose evasioni, Mesina aveva avuto un ruolo di mediatore nel sequestro di Farouk Kassam. L'amarezza delle sue avvocate: «Accanimento contro di lui». Durissimo il Garante dei detenuti: «È stata una vendetta di Stato»

Aveva da poco compiuto 83 anni Graziano Mesina, morto oggi 12 aprile in ospedale a Milano, dove era stato trasferito dal carcere di Opera. Detenuto da due anni, Mesina era stato scarcerato proprio ieri. Era stata infatti accolta l’istanza di differimento pena per motivi di salute presentata al tribunale di sorveglianza di Milano dalle avvocate, Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier.

Mai scarcerato col tumore in fase terminale

L’ex primula rossa del banditismo sardo si trovava ai domiciliari all’ospedale San Paolo di Milano per una malattia terminale. Non poteva più muoversi ed era quindi considerato un paziente «non trasportabile». Mesina aveva compiuto 83 anni lo scorso 4 aprile. Era nella fase terminale di un tumore. Finora erano state sette le istanze per chiedere il differimento della pena, per motivi di salute. Solo l’ultima è stata accolta dal tribunale di Sorveglianza di Milano, il giorno prima di morire. Dal dicembre del 2021 si trovava in carcere per scontare 24 anni ricalcolati sulla condanna a 30 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Prima di essere catturato a Desulo (Nuoro), aveva passato un anno e mezzo in latitanza. Era stato arrestato e condotto prima nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros, poi da due anni era rinchiuso in quello milanese di Opera.

«Contro di lui accanimento»

«Fino all’ultimo Graziano Mesina è rimasto in carcere. Su di lui c’è stato una sorta di accanimento», ha spiegato all’Ansa una della sue avvocate Beatrice Goddi, che insieme a Maria Luisa Vernier ha seguito Mesina nelle sua vicende giudiziarie. «Siamo molto dispiaciute e anche contrariate perché si poteva scarceralo prima, almeno un mese fa – aggiunge – oggi ci stavamo preparando per andare a trovarlo con alcuni familiari e organizzare il suo trasferimento in Sardegna, invece c’è stato questo epilogo».

L’attacco del Garante dei detenuti

«Verso Mesina vendetta di Stato. Hanno aperto le porte del carcere per mandarlo a morire nel reparto detentivo ospedaliero». Scrive su Fb la garante dei detenuti della Sardegna Irene Testa, in merito alla morte di Graziano Mesina, avvenuta questa mattina alle 8 a poco meno di 24 ore dal differimento della pena per motivi di salute, nel reparto ospedaliero pp dell’ospedale San Paolo di Milano dove si trovava come malato terminale per un tumore. «Da oltre un anno le sue legali presentavano istanze rispetto alla sua grave condizione sanitaria. Ma non c’è stata pietà né senso di umanità – aggiunge ancora Testa – Non c’è stato il rispetto del diritto che consente anche a chi ha sbagliato di poter coltivare affetti e di poter scontare la detenzione nel luogo di residenza. Lo Stato ha applicato con lui la vendetta. Come anche “Grazianeddu” fece da ragazzino cresciuto in una cultura difficile. Appunto. Ma è grave che la vendetta sia stata praticata dallo Stato in un Paese dove lo stato di diritto deve essere il faro della giustizia».

Chi era Graziano Mesina

Nato a Orgosolo, in provincia di Nuoro, il 4 aprile 1942, Graziano Mesina è stato una figura nota per il suo coinvolgimento in attività criminali, tra cui sequestri di persona e traffico di stupefacenti. Nel corso della sua storia, Mesina evase da istituti penitenziari in diverse occasioni, con un numero stimato di evasioni pari ad almeno 22. Il suo nome fu frequentemente collegato a vari episodi di cronaca.

La mediazione su Farouk Kassam e la grazia del Quirinale

Tra questi eventi si annoverò il sequestro di Farouk Kassam nel 1992, in cui Mesina svolse il ruolo di mediatore con i rapitori. In tale circostanza, il suo intervento avvenne durante un periodo di permesso premio. Alternando periodi di detenzione, evasioni e permessi carcerari, nel 2004 Mesina ricevette la grazia dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. In seguito, fece ritorno a Orgosolo, dove per un breve periodo esercitò l’attività di guida turistica. Successivamente, si trasferì nel Padovano e nel 2007 avviò un’agenzia di viaggi.

Perché è finito di nuovo in carcere

Nel 2013, Mesina fu nuovamente arrestato a Orgosolo con l’accusa di traffico di stupefacenti. Prima della notifica della sentenza di condanna nel 2020, si rese nuovamente latitante. Nel 2021, fu nuovamente arrestato e trasferito al carcere di Badu ‘e Carros di Nuoro, per poi essere successivamente trasferito presso la casa di reclusione di Opera.