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Niente scuola, né amici per la 14enne, picchiata da mamma e nonno se non portava il velo. Il terrore del matrimonio forzato confidato in classe

Auto carabinieri
Auto carabinieri
A pochi chilometri da Novellara, dove nel 2021 è stata uccisa Saman Abbas, un nuovo caso in una famiglia pakistana. A far partire le indagini le segnalazioni dalla scuola che la ragazza ha poi smesso di frequentare

Una madre e un nonno sono stati denunciati dai carabinieri con l’accusa di maltrattamenti in famiglia per le presunte restrizioni e vessazioni imposte a una nipote quattordicenne residente nella Bassa Reggiana. Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura di Reggio Emilia, i due avrebbero costretto la giovane a indossare il velo fin dall’età di 14 anni e le avrebbero impedito di proseguire gli studi, vietandole l’iscrizione alle scuole superiori.

Niente Tv, cellulare e amici maschi

Le restrizioni non si sarebbero limitate all’abbigliamento e all’istruzione. La quattordicenne non avrebbe potuto guardare la televisione, indossare abiti occidentali, possedere un telefono cellulare o frequentare amicizie maschili. Le sarebbe stata inoltre negata la possibilità di praticare attività sportive e sarebbe stata minacciata di essere riportata in Pakistan.

La ragazza al sicuro lontano dai famigliari

Il giudice del tribunale di Reggio Emilia ha disposto, su richiesta della procura, misure cautelari nei confronti della madre (38 anni) e del nonno (70 anni), entrambi di nazionalità pakistana. Tra queste, il divieto di avvicinamento alla vittima (con l’obbligo di mantenere una distanza di almeno 1.500 metri) e il divieto assoluto di comunicazione con lei, unitamente all’applicazione del braccialetto elettronico e all’obbligo di firma quotidiano presso le autorità competenti. La ragazza è stata invece collocata in una struttura protetta nei giorni scorsi, su decisione del tribunale per i minorenni di Bologna.

Il rischio di un altro caso Saman Abbas

Una vicenda tanto simile a quella di Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa nella vicina Novellara nel 2021 dai suoi famigliari, che non le perdonavano lo stile di vita occidentale. Nel caso della 14enne, gli inquirenti hanno ricostruito che le presunte vessazioni psicologiche e violenze fisiche, tra cui percosse con un manico di scopa, sarebbero iniziate diversi anni fa, quando la giovane aveva circa 10-11 anni. E già avrebbero pensato per lei a un matrimonio combinato.

La paura del matrimonio forzato

Le indagini sono partite dopo una serie di segnalazioni partite dalla scuola frequentata dalla ragazza. La quattordicenne avrebbe confidato le sue difficoltà ai compagni di classe e ad alcuni insegnanti, esprimendo il timore di essere riportata nel suo paese d’origine per un fidanzamento o un matrimonio forzato. Durante gli approfondimenti investigativi, sarebbe emersa anche un’intervista rilasciata dal nonno a una Tv nazionale sul tema dell’Islam violento, nella quale l’uomo avrebbe affermato che le donne non potevano uscire da sole e che tale restrizione era imposta anche alle donne della sua famiglia.

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