«Vi racconto mio fratello Rino Gaetano: era l’essere umano più umano che esiste»


Anna Gaetano, 80 anni, è l’unica sorella del cantautore Rino Gaetano, morto a 30 anni nel 1981 in un incidente sulla Nomentana. Rino di nome faceva Salvatore: «Dallo zio paterno, di secondo nome Antonio, come l’altro zio. Non riuscivo a chiamarlo Salvatorino. Troppo lungo, diventò Rino. Gli davo la pappa col cucchiaino», ricorda lei oggi in un’intervista al Corriere della Sera. Una famiglia povera, spiega a Giovanna Cavalli: «E chi le faceva le vacanze? Non si poteva. A casa abbiamo patito la fame e l’affetto. Papà stava sempre male, mamma faceva quello che poteva. Non siamo mai stati in nessun posto. Da grandi appena potevamo tornavamo a Crotone dalla zia che ci cucinava i calamari ripieni, le cozze, i peperoni fritti. Rino andava matto per la cucina calabrese piccante».
Gianna
Anna spiega che uno dei giorni più belli è stato «quello dopo il Sanremo del ’78 . Anche se era arrivato terzo con Gianna , mio fratello era contento, io pure di più. Ci siamo visti in un ristorante a Trastevere e abbiamo mangiato e bevuto la grappa Nardini che gli piaceva tanto». Mentre Rino ha seriamente rischiato di diventare bancario: «Papà era preoccupato perché secondo lui con la musica non si combinava nulla. Mamma era portiera in uno stabile dove abitavano certi signoroni molto ricchi che l’avrebbero aiutata a sistemare il figlio. Alla fine era riuscita a trovargli un posto alla Banca d’Italia in via del Corso. Rino promise: “Se non ho successo, alla fine ci vado”. Giacche ne aveva, ma lui la cravatta non la sopportava».
Venditti e De Gregori
Con Antonello Venditti e Francesco De Gregori «Erano molto legati, tre fratelli. Quando uscivano insieme, Francesco e Rino pagavano la benzina, Antonello ci metteva la macchina». La canzone Gianna, dice, «gli sembrava troppo simile a Berta filava ». Era dedicata a lei . «Infatti si doveva chiamare Anna , ma suonava male. Gli dissi: “Hai scritto una canzone per zia Maria, una per zia Rosina — la sorella di papà, che ha 99 anni e vive in Australia — , ora tocca a me”». Mentre con Renato Zero «erano tanto amici, davvero. Andavano sempre insieme allo stadio Olimpico a vedere le partite della Roma, pure con Little Tony. Perché Rino era romanista fracico. Qualcuno dice che era laziale, però non è vero».
L’incidente
Poi l’incidente: «Si sarebbe sposato l’anno dopo, ma la casa non era ancora pronta, i termosifoni erano scrostati per l’umidità». «Quella mattina mamma mi telefonò alle 5. “Corri che Rino ha avuto un incidente con la macchina. Non è niente di grave, si è rotto la gamba e il braccio”. “Menomale”, pensai. “Quelli si mettono a posto”. Poi però mi spiegò che i poliziotti erano andati a casa ad avvisarla e quello mi sembrò un brutto segno». E infatti: «Corsi al Policlinico. arrivai alle 6 meno un quarto. C’era già Gigione, il suo amico stracciarolo. “Anna, Rino è grave. Se gli serve il sangue glielo dono io”. Alle 6 mio fratello non c’era più. Quando ho dovuto fare il riconoscimento sono caduta per terra».
La parola segreta
Tra loro, spiega, «c’era una parola d’ordine segreta che usavamo da bambini quando facevamo qualche marachella, come rubare i cedri dall’albero del vicino, che tanto era il mio compare di cresima. Ma se ci avessero scoperto mamma e papà erano guai. Non gliela voglio svelare, me la tengo per me». Per lei Rino Gaetano «era l’essere umano più umano che esiste. Sa, io me lo sogno spesso. Nel 2013, quando mi sono operata la seconda volta per un cancro, mi ha detto: “Anna, non avere paura, stai tranquilla”». Oggi avrebbe 74 anni. «Certo che me lo immagino. Sempre snello, alto, sveglio, sempre lui, Rino».