Scommesse illegali, cosa c’è nell’indagine e cosa rischiano i 12 calciatori


Un sistema di scommesse illegali con annesso riciclaggio. Che dal 2021 sarebbe stato sfruttato da Tommaso De Giacomo e Patrick Frizzera per un milione e 553 mila euro. E che coinvolge 12 calciatori di Serie A. Oltre a un ex arbitro e una gioielleria milanese Elysium Group srl. Con i suoi tre soci: Antonio Scinocca, Antonio Parise e Andrea Piccini. I giocatori ora rischiano una squalifica. E di perdere il Mondiale. La procura di Milano guida l’indagine. La Gip Lidia Castellucci ha disposto il sequestro dei soldi. Le ipotesi di reato sono esercizio abusivo delle scommesse e riciclaggio.
I calciatori coinvolti
I calciatori coinvolti sono il milanista Alessandro Florenzi (nazionale nel vittorioso Europeo 2021), l’allora attaccante romanista Nicolò Zaniolo (oggi Fiorentina), il portiere juventino Mattia Perin e il compagno centrocampista americano Weston McKennie, gli ex juventini argentini campioni del mondo Leandro Paredes e Angel Di Maria, il difensore della nazionale e dell’Atalanta (all’epoca all’Inter e al Torino) Raoul Bellanova, il centrocampista della nazionale e del Torino (all’epoca all’Empoli) Samuele Ricci, l’attaccante del Padova (all’epoca alla Cremonese) Cristian Buonaiuto, l’attaccante di Lazio e Empoli (oggi al Parma) Matteo Cancellieri, il difensore dominicano Adames Hector Junior Firpo (Leeds United), il tennista Matteo Gigante. L’ex arbitro di serie D Pietro Marinoni avrebbe partecipato all’organizzazione. Oltre a Sandro Tonali e Nicolò Fagioli.
Cosa rischiano
I calciatori sono stati iscritti nel registro degli indagati per la contravvenzione del terzo comma dell’articolo 4 della legge 401 del 1989. E cioè perché hanno giocato. La pena è l’arresto fino a 3 mesi o un’ammenda sino a 516 euro, estinguibile con 258 euro di oblazione. Tra le piattaforme ci sono le ormai inattive Betsport22.com, oppure Swapbet365.eu, Vipsport360.com e Texinho.com. «Scommettevo praticamente tutti i giorni sul calcio, sul casinò, la maggior parte era tennis, ho interrotto dopo il sequestro del telefono su cui ci sono le chat di scommesse che ho fatto con altre persone di Milano di cui non ho ancora parlato», è la testimonianza a verbale dall’ex juventino e nazionale Nicolò Fagioli (oggi Fiorentina): «Gli organizzatori dei siti mi avevano proposto di riconoscermi un qualche vantaggio se avessi portato altri scommettitori, ma non volevo assolutamente guadagnare sugli amici».
I pagamenti
Per pagare si consegnavano contanti in hotel, si ricaricavano Postepay intestate a prestanome, si usava l’account di un istituto di credito Revolut regolamentato dalla Banca di Lituania. Ma c’era soprattutto il sistema della gioielleria. Alimentato da «finte vendite» di Rolex che «in realtà non venivano materialmente consegnati» ai calciatori apparenti acquirenti, «ma costituivano unicamente la causale per il bonifico emesso dagli scommettitori a saldo del debito contratto per le scommesse sulle piattaforme illegali».
Le punizioni sportive
Il procuratore federale Giuseppe Chinè ha intanto chiesto gli atti alla procura di Milano. Poi aprirà un fascicolo. Il codice di giustizia sportiva all’articolo 24 dice: «Ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano a oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa». La violazione del divieto comporta una squalifica non inferiore ai tre anni e un’ammenda non inferiore a 25 mila euro.
L’omessa denuncia
Fagioli e Tonali possono essere sanzionati se dovessero emergere nuovi elementi dalle carte. Per il resto hanno già scontato il primo 7 mesi di squalifica e 5 di attività di recupero e il secondo 10 di squalifica più 8 di attività di recupero. Poi c’è l’ipotesi dell’omessa denuncia da parte di chi era a conoscenza delle scommesse e non ha informato la Procura federale. In tal caso il giocatore coinvolto rischierebbe una squalifica non inferiore a 6 mesi e un’ammenda di almeno 15 mila euro.