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Dazi, la Cina esorta Trump a rimuoverli: «Fanno male al commercio». Gli Usa rilanciano: «Fra un mese tariffe anche sui semiconduttori»

13 Aprile 2025 - 16:19 Antonio Di Noto
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Dopo l'esenzione sui prodotti elettronici, Pechino prova a sfruttare uno spiraglio che Washington pare intenzionata a chiudere in fretta

La Cina ha chiesto agli Usa di eliminare completamente i dazi reciproci. Con una dichiarazione rilasciata oggi, domenica 13 aprile, il ministero del Commercio cinese ha invocato un’ulteriore sospensione delle tariffe doganali dopo quella annunciata da Donald Trump sui componenti e sui dispositivi elettronici. Mossa, quest’ultima che consente di evitare esorbitanti aumenti di prezzo dei prodotti tecnologici venduti da aziende statunitensi ma assemblati in Cina, o contenenti parti e materie prime provenienti dal Paese asiatico. In particolare gli iPhone, il cui prezzo potrebbe salire vertiginosamente oltre i 2.300 dollari. Intervento che Pechino ha apprezzato e definito «un piccolo passo» nella giusta direzione, ma che secondo quanto fanno sapere da Washington, non è necessariamente preludio di un’ulteriore apertura.

Pechino: «Trump mina l’ordine economico»

Così la Cina prova a inserirsi nello spiraglio aperto dal presidente degli Usa. «Esortiamo gli Stati Uniti a fare un grande passo avanti per correggere i propri errori, cancellare completamente la pratica errata dei dazi reciproci e tornare sulla giusta strada del rispetto reciproco», ha affermato un portavoce del ministero. La Cina ha precisato di stare valutando l’impatto della misura annunciata da Washington, sottolineando però che non si tratta di un cambiamento sostanziale nella politica commerciale americana. «Non solo non è riuscita a risolvere alcun problema degli Stati Uniti stessi, ma ha seriamente minato l’ordine economico e commerciale internazionale», ha aggiunto il portavoce.

Usa: «Presto dazi sui semiconduttori»

Lo spiraglio sembra destinato a restare aperto per poco tempo, però. Qualche manciata di minuti dopo la dichiarazione di Pechino, è arrivata quella di Washington. E non sembra cogliere l’esortazione cinese, anzi. Gli Usa hanno annunciato che in un mese o due verranno imposti dazi sui semiconduttori. Si tratta di materiali che presentano una conduttività elettrica intermedia tra i conduttori (come i metalli) e gli isolanti (come il vetro). Caratteristica che li rende fondamentali nella produzione di microchip: «Non possiamo fare affidamento sulla Cina per le cose fondamentali di cui abbiamo bisogno: i nostri medicinali e i nostri semiconduttori devono essere prodotti in America», ha annunciato  segretario al commercio americano Howard Lutnick.

Come siamo arrivati fin qui: i dazi messi e rimossi

Eccezione esclusa, la Cina continua a essere investita da dazi del 145%, che di fatto quasi triplicano il prezzo dei prodotti che gli Stati Uniti importano dal Dragone. Pechino è di gran lunga il Paese colpito più duramente, dato che per tutti gli altri Trump ha abbassato le tariffe reciproche al 10%. Pechino ha annunciato contromisure, applicando a sua volta una tariffa doganale del 125% su tutti i prodotti in ingresso dagli Usa. L’intenzione dichiarata di Trump è spostare la produzione manifatturiera dalla Cina agli Usa.

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