I Pinguini con Pezzali, Cremonini con Elisa: che bella settimana di feat – Le recensioni delle nuove uscite della settimana

I Cani – Post mortem

Il nuovo album rilasciato, as usual, a sorpresa da Niccolò Contessa sta scuotendo forte la memoria di tanti, questo perché i tredici pezzi del disco riportano inevitabilmente all’era dell’indie, quella in cui una nuova forma canzone si è imposta sul mercato, partendo dal basso e arrivando a prendersi praticamente tutto. E forse è un peccato che in tanti, storditi dalla nostalgia per il tempo che fu, si perdano una narrazione molto interessante, quella che oggi il cantautore romano propone, soprattutto perché questi nuovi pezzi de I Cani pulsano di un’urgenza reale, quell’urgenza che probabilmente ha convinto Contessa che la sua musica dovesse ricominciare a parlare. Un linguaggio che è proprio il suo, magari fisiologicamente più maturo (anche se maturare come artisti è un’opzione che non tutti quelli della generazione indie hanno scelto, quindi: bene, bravo, bis). Nelle canzoni brilla l’essenzialità della parola, quella finta asetticità emotiva, very cool, very strong, che abbatte le barriere tra chi scrive una canzone e il diritto di chi ascolta di appropriarsene. Noi in Post mortem ci vediamo un prima e un dopo. C’è un prima relativo alla vita, ricco di dubbi, di racconti, una panoramica ben definita, vivida, generazionale. C’è uno stacco strumentale, la title track, e poi comincia il dopo. Nel dopo il giudizio è più sospeso, più etereo, certamente più sereno, fino ad Un’altra onda, che chiude l’album con un moto di positività forse addirittura inedito per Contessa. L’album, nonché l’importanza che ha rispetto alla storia recente del cantautorato, è stato vivisezionato nel dettaglio in un pezzo ad hoc, così noi oggi vi consigliamo semplicemente di ascoltarlo, dall’inizio alla fine, come si fa con i viaggi, che non partono mai da metà strada.