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«Bimbominkia è un termine adeguato per Fedez»: ecco perché Selvaggia Lucarelli è stata prosciolta dall’accusa di diffamazione

14 Aprile 2025 - 23:47 Ugo Milano
lucarelli-fedez-diffamazione-bimbominkia
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La giornalista era stata querelata dal rapper per un commento a un post di Luis Sal. Ma il tribunale di Milano ha deciso per il non luogo a procedere: i motivi dietro la sentenza del giudice

Per il tribunale di Milano, il termine «bimbominkia» con cui Selvaggia Lucarelli definì Fedez «è privo di qualsiasi equivalente adeguato: non solo perché l’unico in grado di esprimere sinteticamente il ritenuto infantilismo manifestato in comportamenti assunti nel web e nella gestione del podcast con Luis Sal, ma soprattutto perché insostituibile nell’evocare la canzone con milioni di ascolti in cui è lo stesso Fedez a definirsi “bimbominkia” per sempre». È quanto emerge dalle motivazioni del Tribunale di Milano, riportate dall’agenzia Agi, che lo scorso 2 aprile ha assolto la giornalista dall’accusa di diffamazione nei confronti del rapper. Lucarelli era stata querelata per aver definito Fedez “bimbominkia” su Instagram, commentando un post di Luis Sal, ex socio ed ex amico del cantante, proprio dopo la lite che ha segnato la rottura professionale e personale tra i due.

Il riferimento alla canzone decisivo 

Il riferimento al brano, precisa ancora il giudice, è «decisivo» per scagionare la Lucarelli «nell’attribuire al post i connotati di ironia voluti dalla sua autrice senza travalicare in un’aggressione immotivata: quand’anche si volesse attribuire al termine un significato squisitamente denigratorio il suo impiego continuerebbe a essere legittimo, in quanto l’unico in grado di evocare la canzone in cui Federico Lucia si definisce eternamente un bimbominkia attribuendo alla definizione, quanto meno ironicamente, un connotato di “verità”».

Il diritto di satira

Per il giudice, il post di Lucarelli «evoca anche l’esercizio del diritto di satira, che giustifica il ricorso a metafore caricaturali o irridenti nei confronti di persone dotate di notorietà: fermo restando che il commento rientra appieno negli schemi razionali di una critica condotta, legittimamente, secondo un registro ironico, in base al quale il ricorso al termine “bimbominkia” risulta insostituibile e giustificato, tanto più che l’espressione non ha una connotazione esclusivamente negativa per essere utilizzata nel linguaggio corrente a fini di provocazione scherzosa, con conseguente esclusione o riduzione notevole della carica offensiva lamentata dalla parte civile». 

Il brano di Fedez in cui parla di «bimbominkia»

A conferma di ciò «l’ulteriore brano scritto e cantato da Fedez “Polaroid”, inserito nell’album del 2012 “Mr. Brainwash”, nel quale la persona offesa richiama i suoi “ricordi impressi in un istante, come una Polaroid” e canta “se Dio si è fatto Instagram è già un bimbominkia”». Una vicenda «astrattamente riconducibile a una dimensione privata, per attenere ai contrasti tra due soci nella gestione di un’attività imprenditoriale, in realtà di privato non ha nulla», continua la sentenza. E questo «in ragione della notorietà di Fedez, della sua presenza professionale e costante sui social network, della dimensione pubblica assegnata intenzionalmente al litigio dai due protagonisti (Fedez e Luis Sal), che di per sé sola giustificava eventuali commenti critici».

La visibilità mediatica

Il giudice fa, inoltre, riferimento alla «scelta precisa» di Fedez «di ricercare all’epoca una visibilità mediatica non solo voluta, continua e sistematica ma comprensiva della conoscenza di fatti attinenti alla sfera familiare e privata, da cui trarre profitto attraverso l’aumento delle interazioni social che hanno sorretto la definizione del proprio valore sul mercato della comunicazione, in particolare nel settore del social e influencer marketing». Sia il rapper, che Lucarelli come Luis Sal per il tribunale sono «professionisti della comunicazione noti al pubblico» e «promotori di una esposizione mediatica diretta a creare il proprio personaggio e a procurarsi profitti economici», si legge ancora su Agi. Tuttavia, «Fedez, a differenza degli altri, all’epoca dei fatti aveva spinto questa dimensione sin quasi all’annullamento del confine tra pubblico e privato, tanto da fare leva sulle vicende familiari e private per rinforzare la presenza sui media e dare pubblicamente rilievo anche ai contrasti privati, come quello con Luis Sal, pur di aumentare la propria visibilità», conclude. 

Che cosa aveva scritto Selvaggia Lucarelli contro Fedez

La giornalista era stata prosciolta dall’accusa di diffamazione lo scorso 2 aprile. La sentenza del giudice Luigi Cernuto era quella di non luogo a procedere ed era arrivata dopo l’udienza pre-dibattimentale che, in base alla riforma Cartabia, costituisce una sorta di filtro per valutare se il caso è meritevole d’aula o meno. Lucarelli era stata querelata dal rapper per aver scritto: «A parte che questa roba (il video di Luis Sal, ex amico e socio del cantante, ndr) rasenta la genialità per lo stile con cui è stata realizzata, vorrei fare alcune osservazioni: mentre Fedez ha fatto un video mezzo piagnucolante tentando di passare come al solito per vittima di malvagità altrui, Luis ha usato intelligenza e ironia confermando la sensazione comune su chi tra i due fosse quello intelligente in Muschio Selvaggio. Poi Luis Sal è il primo ex collaboratore ed ex amico di Fedez che dopo la solita dinamica di liti e rancori con cui finiscono tutti i rapporti di Fedez, anziché scomparire con la coda tra le gambe, affronta il Bimbomikia frontalmente, con un certo coraggio».

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