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Violenza a Mestre, indagini su Massimiliano Mulas: potrebbe aver pedinato la bambina di 11 anni. Confermato il carcere per il 45enne

14 Aprile 2025 - 16:41 Alba Romano
violenza sessuale mestre
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L'uomo aveva precedenti per reati simili ed era a piede libero. Zaia: «Servono pene più dure»

Confermato il carcere per Massimiliano Mulas, 45enne, accusato di aver violentato una 11enne nell’androne del suo palazzo a Mestre, mentre la piccola stava tornando a casa. L’ipotesi è che in precedenza l’uomo l’avesse pedinata. Originario di Tempio Pausania (della provincia di Sassari) resta rinchiuso nel carcere di Venezia, dove oggi si è presentato all’interrogatorio di garanzia con il gip. Si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Ma sono molti gli elementi indiziari raccolti dai Carabinieri a suo carico. Mulas era stato rintracciato a Mestre la sera stessa dei fatti, sulla base di un fermo di polizia disposto dal pm Anna Andreatta. Anche perché nella fuga dalla casa dell’11enne aveva perso il portafogli, con i documenti di identità. Non solo, il 45enne ha precedenti specifici per reati sessuali. Solo in Veneto, nel 2006, aveva già subito una condanna ad otto anni per aver tentato di violentare due studentesse in provincia di Padova. La ragazzina aggredita a Mestre ha subito la violenza nell’androne del suo palazzo, quando stava ormai per entrare in casa. Era al telefono con una amica che ha udito le sue grida.

Zaia: «Per questi reati pene più dure»

Il presidente del Veneto, Luca Zaia ha espresso la sua condanna. «Con le dinamiche del caso che sembrano ben delineate – ha sottolineato il governatore – di fronte a quanto avvenuto la sera di giovedì scorso a Mestre non può che esserci spazio per una grande indignazione oltre che per una profonda riflessione da cui tutta la società non si può esimere. Come è possibile, infatti, che un individuo con precedenti specifici da far rabbrividire possa proseguire a macchiarsi di uno dei peggiori crimini concepibili, pedinando, braccando e violentando una ragazzina. Come può continuare a reiterare uno dei comportamenti criminali tra i più odiosi, agevolato dall’essere privo di qualsiasi strumento di controllo? Se fino ad oggi, dopo i gravi episodi che gli vengono attribuiti in passato, ha riacquistato la libertà di tornare a delinquere, questa nuova azione richiede uno stop definitivo; chi compie simili azioni criminali deve scontare una pena adeguatamente dura ed essere messo nelle condizioni di non reiterare reati così gravi». «Esprimo tutta la solidarietà possibile alla bambina e ai suoi familiari – prosegue il governatore -. Aggiungo la mia vicinanza e anche un sentimento d’ammirazione per essere riuscita in una simile situazione ad avere la capacità di allertare un’amica. Un ringraziamento va anche ai Carabinieri che hanno tempestivamente catturato l’accusato, dimostrando come tutte le Forze dell’ordine siano un costante presidio di legalità e professionalità, anche fuori servizio».

(in copertina foto di julia rodriguez su Unsplash)

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