Il ministro Giuli e la classe dirigente americana: «Musk mi affascina, dobbiamo trattare con loro»


«Se fossi all’opposizione del governo Meloni, invece di sbraitare penserei che l’attuale classe dirigente americana è l’unica che abbiamo a disposizione. E, di conseguenza, l’unica con cui siamo obbligati a trattare». Lo dice il ministro della Cultura Alessandro Giuli, intervistato dal Corriere della Sera. Il tycoon Elon Musk, spiega Giuli, «mi affascina perché rappresenta l’elemento caratteristico, ma ancora contemporaneo, della vecchia America: quel mix di gigantismo e infantilismo con cui una volta gli americani conquistavano il West e adesso puntano allo spazio».
La nomina a ministro
Raccontando della sua nomina a ministro dopo la bufera che aveva investito il suo predecessore Gennaro Sangiuliano, Giuli spiega di non aver subito «nessuna guerra dal partito, semmai da qualche ultrà. Ma ho le spalle larghe fisicamente, intellettualmente e culturalmente. E soprattutto un petto che è stato messo al servizio della causa della destra prima ancora che nascesse Fratelli d’Italia». Sulla questione tesseramento assicura: «Tessera platinum in arrivo… da ritardatario. In ogni caso, di quel partito potrei essere persino la tessera numero due, dopo Giorgia Meloni, o la tre, la quattro, al massimo la cinque. Conosco la nomenclatura del partito per averla raccontata e a volte anche criticata, da giornalista e opinionista. E sono un ministro politico, non un tecnico. E comunque non voglio rendite, non fondo correnti. Sono nipote di un provinciale inurbato che non ha città o collegi da sfamare. E penso che tutto questo possa aver tranquillizzato chi eventualmente non era tranquillo».