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Kataleya Chicllo: l’AI ricostruisce il volto della bambina peruviana scomparsa due anni fa a Firenze

15 Aprile 2025 - 09:14 Alba Romano
kata-7-anni-AI
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Il quotidiano "La Nazione" ha ricostruito il suo volto con l'aiuto dell'intelligenza artificiale. Le indagini proseguono ma finora non hanno portato a nulla di concreto

Per Kataleya Mia Alvarez Chicllo – per tutti «Kata» – si avvicina il secondo compleanno lontano dalla sua famiglia. Domani, 16 aprile, la bambina peruviana scomparsa il 10 giugno del 2023 dalla sua casa di Firenze compirebbe sette anni. Sono passati quasi due anni da quel giorno e di lei non si sono più avute notizie, né sul fronte delle indagini né di avvistamenti ritenuti credibili. Ma che aspetto avrebbe oggi la piccola Kata? Il quotidiano La Nazione lo ha chiesto all’intelligenza artificiale, che ha riprodotto il volto della bambina chiedendole di immaginare come potrebbe essere cambiato in questi due anni. Un’immagine che, se circolasse il più possibile, potrebbe aiutare nelle ricerche che vanno avanti ancora oggi, pur senza grandi risultati.

Nessun avvistamento di Kata dopo la scomparsa

A quasi due anni da quando la madre ha sporto denuncia, la scomparsa della piccola Kata continua a essere avvolta nel mistero. Da quel 10 giugno 2023 non c’è mai stato un avvistamento ritenuto credibile. Soltanto alcune telefonate arrivate nelle ore immediatamente successive alla diffusione della notizia, giudicate infondate. «Il tuo nome è diventato un simbolo. Di speranza, di giustizia, di lotta per la verità. E oggi, nel giorno in cui dovresti festeggiare la vita, siamo noi a fare un voto: non smetteremo di cercarti, non smetteremo di parlarti, non smetteremo di credere in te», scrive Stefania Sartorini, la criminologa che affianca la mamma della piccola Kata.

A che punto sono le indagini

Recentemente, ricorda La Nazione, la procura di Firenze ha chiesto di andare avanti con le indagini sulla scomparsa della bambina, per cui sono indagati gli zii Abel Argenis Vasquez (fratello della madre) e Marlon Chicllo (fratello minore del padre). Erano loro a occuparsi di Kata mentre la madre si trovava al lavoro e il padre era rinchiuso in carcere. Eppure, in oltre un anno e mezzo di indagini, la procura è riuscita a raccogliere ben pochi elementi a carico dei due indagati. Innanzitutto, non si sa come la bambina sia uscita dall’ex hotel Astor, nel quale viveva. Le telecamere puntate sull’ingresso non l’hanno inquadrata. E sui borsoni e le valigie che appaiono in alcuni filmati non sono state trovate tracce di dna.

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