«Mia sorella? Sì, può aver ucciso Nada Cella», l’accusa del fratello di Annalucia Cecere in aula dopo 28 anni: «Se la contraddici diventa violenta»


Annalucia Cecere secondo suo fratello Maurizio è una persona irascibile, violenta, fino a essere capace di uccidere. La donna, oggi 57enne, accusata dell’omicidio nel 1996 di Nada Cella potrebbe essere stata capace di togliere la vita alla segretaria che all’epoca aveva 25 anni. «Penso che possa essere stata lei ad uccidere quella ragazza. Ma è solo una mia sensazione», ha detto Maurizio Cecere a margine dell’udienza del processo in Corte d’Assise a Genova parlando con i cronisti. Nel processo è imputato anche Marco Soracco, il commercialista per cui lavorava Cella. L’uomo deve rispondere di favoreggiamento e falsa testimonianza.
Il brutto carattere di Annalucia Cecere
Maurizio Cecere si è anche concesso qualche dettaglio sul brutto carattere che avrebbe la sorella, al punto da accusarla di fatto di aver potuto uccidere Cella: «È violenta e pericolosa. Se la contraddici, se le vai contro, mia sorella diventa di una cattiveria impressionante».
L’accusa del fratello: «È sempre stata irascibile»
In aula, il fratello dell’imputata ha raccontato che aveva fatto una serie di domande alla sorella, dopo aver saputo dell’indagine a suo carico: «Mi dice che non era stata lei a ucciderla. Lei non voleva parlare al telefono, mi diceva che poteva essere intercettata e mi chiamava con telefoni non suoi. È sempre stata una donna irascibile, che si arrabbiava se la contraddicevi. Se ha sbagliato deve pagare».
L’ex fidanzato e i bottoni sospetti vicino alla vittima
In aula è stato ascoltato anche l’ex fidanzato di Annalucia Cecere, Adelmo Roda. Anche lui non ha risparmiato critiche sul carattere della donna. Quando i due stavano insieme, la ricorda come una «possessiva e gelosa». E poi ha aggiunto: «Quando si arrabbiava, era impossibile farla ragionare. Era esplosiva a livello di parole». Roda ha raccontato che Cecere aveva staccato alcuni bottoni da una sua giacca, che lui usava per andare a pescare. Uno di quei bottoni, secondo l’accusa, sarebbe compatibile con quello trovato sotto il corpo della vittima.
L’omicidio di Nada Cella: perché è stato riaperto il caso
Annalucia Cecere aveva 28 anni all’epoca dell’omicidio di Nada Cella. Secondo l’accusa, l’ex insegnante considerava la segretaria del commercialista Soracco una rivale in amore. Lei e Soracco si era conosciuti in una scuola di ballo. E da allora Cecere se ne sarebbe invaghita e avrebbe affrontato Nada nello studio di Chiavari. Il caso è stato riaperto dopo 28 anni dal delitto grazie al lavoro della consulente della famiglia Cella, la criminologa Antonella Delfino Pesce. Grazie al suo lavoro, l’inchiesta è ripartita fino a portare Cecere al rinvio a giudizio per omicidio. L’imputata nel frattempo aveva provato a rifarsi una vita, trasferendosi in un piccolo centro vicino a Cuneo.