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Trump vuole chiudere pure il consolato di Firenze: così la «motosega» dei tagli cambia volto alla diplomazia Usa

15 Aprile 2025 - 19:17 Diego Messini
Dopo UsAid anche il Dipartimento di Stato nel mirino: la proposta per dimezzare i fondi dal 2026, con la chiusura di decine di ambasciate e consolati

L’Amministrazione Trump vuole dimezzare i fondi federali versati al Dipartimento di Stato e a UsAid, l’agenzia Usa per la cooperazione internazionale. Nell’ambito dello storico taglio, verrebbero chiusi anche decine tra ambasciate e consolati americani nel mondo. Tra questi, anche il consolato di Firenze. Lo scrive il sito Punchbowl.news anticipando un documento interno del Dipartimento di Stato. Il documento, che deve ancora essere approvato dal segretario di Stato Marco Rubio, costituirebbe poi la posizione di basa dell’Amministrazione Trump da proporre al Congresso in vista del bilancio federale 2026. Secondo quanto anticipato, nella revisione dell’organizzazione e delle spese della diplomazia, verrebbero soppresse 10 ambasciate – in Paesi come Eritrea, Lussemburgo, Malta e Sud Sudan – e 17 consolati. Molti di questi sarebbero in Europa. Ben cinque in Francia – Lione, Rennes, Bordeaux, Strasburgo e Marsiglia; due in Germania – Lipsia e Düsseldorf; e poi Edimburgo in Scozia e appunto Firenze in Italia. Con buona pace delle migliaia di studenti Usa che ogni anno vi arrivano per studiare (18mila nel 2024 secondo il Comune di Firenze), oltre che di turisti.

La scure sulla diplomazia e il ruolo del Congresso

Secondo Politico l’obiettivo della Casa Bianca sarebbe quello di dimezzare i fondi annuali a diplomazia e cooperazione internazionale: da 54,4 miliardi di dollari nel 2025 scenderebbero a 28,4 miliardi. Della liquidazione di UsAid già sappiamo: l’idea essenzialmente è di metterla in archivio del tutto dal 2026, e quei (pochi) programmi di cooperazione salvatisi dalla scure di Trump verrebbero presi in carico dal Dipartimento di Stato. Qui salterebbero a loro volta una serie di programmi per sostenere la democrazia, promuovere scambi culturali o educativi, sostenete organizzazione internazionali, combattere il traffico di droga, le malattie o altre serie sfide sanitarie globali. È in questa cornice che arriva il resizing di ambasciate e consolati, fondato – si legge nel memo interno intercettato – «sulla base del feedback degli uffici regionali, il carico di lavoro, i costi strutturali, la condizione delle strutture e quelle di sicurezza». Verrebbero sacrificate pure le missioni Usa presso organizzazioni internazionali come Ocse e Unesco (entrambe a Parigi, sarebbero assorbite nell’ambasciata presso la Francia). Anche se approvato in questa forma dalla Casa Bianca, il documento andrà comunque poi discusso dal Congresso, che decide sulle questioni di allocazione del bilancio federale.

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