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«La 18enne era ubriaca ma consenziente», due giovani assolti dalla accusa di stupro. La ragazza era stata portata a spalla nell’appartamento

16 Aprile 2025 - 12:24 Ugo Milano
stupro condanna ubriaca assoluzione
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La corte di appello di Bologna ha confermato la sentenza di primo grado, secondo cui «il fatto non costituisce reato». Secondo la corte di Ravenna la ragazza era «pienamente in sé»

La ragazza 18enne era consenziente anche se era ubriaca e non si reggeva in piedi, non si tratta di stupro. La corte di appello di Bologna ha confermato la sentenza del collegio penale di Ravenna, che aveva scagionato pienamente due giovani imputati dall’accusa di violenza sessuale di gruppo per induzione con abuso delle condizioni della vittima. I due, un 34enne romeno commerciante di auto usate e un 35enne senegalese ex calciatore del Ravenna, erano stati assolti «perché il fatto non costituisce reato». Il primo aveva materialmente avuto il rapporto sessuale con la ragazza, il secondo invece aveva filmato la scena ed era indicato dai pm come «incitatore».

I fatti di otto anni fa: la serata, il rientro a casa e il rapporto filmato

Quattro bicchieri di vino e tre drink in un locale nella notte tra il 5 e il 6 ottobre di otto anni fa, poi i conati di vomito e il trasporto a casa della fidanzata di uno dei due imputati. La ragazza 18enne, secondo le amiche, non si reggeva in piedi ed era stata portata in spalla. Qui i due ragazzi «provano a farla svegliare» mettendola sotto la doccia (dove la filmano), poi provano con un caffè ma la giovane continua a vomitare. La fanno sdraiare sul divano, poi il rapporto sessuale. La ragazza qualche giorno dopo era andata a denunciare l’accaduto con il fidanzato, ma ricordava solo piccoli frammenti della serata.

Le motivazioni di primo grado: «La 18enne era pienamente in sé, dai video non sembra incosciente»

Per i due imputati era già stata imposta la misura cautelare in carcere, revocata dal tribunale del Riesame. In primo grado, i giudici avevamo assolto il 34enne e il 35enne perché – secondo le motivazioni – un quarto d’ora prima del rapporto sessuale la 18enne aveva parlato al telefono con la madre e di persona con alcuni amici «fornendo risposte congrue alle domande». Si era dunque «dimostrata pienamente in sé, in grado di esprimere validamente un consenso», che la giovane avrebbe espresso con «mimica e gestualità». Dai video, aveva aggiunto il collegio, non sarebbe evidente alcuna «costrizione o manovra seduttiva, istigativa o persuasiva» del 33enne, né «passività inerte o incoscienza della vittima». I video registrati dal 34enne, per quanto definiti «rozzi e deprecabili», non avrebbero poi indotto o agevolato in nessun modo «la violenza in contestazione». Per la pm Angela Scorza, invece, la ragazza era in uno «stato di inconfutabile incoscienza» e in balia dei ragazzi e del loro «comportamento denigratorio».

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