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Giorgia Meloni negli Usa, alle 18 vede Trump. Dazi, armi, Ucraina: i temi sul tavolo e la paura di una «brutta sorpresa» nello Studio Ovale

La premier alla prova del fuoco del faccia a faccia alla Casa Bianca. Il leader Usa: «Tutti vogliono vederci, oggi tocca all'Italia!»

«Tutti vogliono incontrarci. Oggi tocca all’Italia!». Il post di Donald Trump, pubblicato rigorosamente sul suo social Truth, anticipa di qualche ora l’atteso incontro con Giorgia Meloni alla Casa Bianca. La premier è atterrata a Washington nel pomeriggio di ieri, mercoledì 16 aprile, e oggi si trova ad affrontare una delle missioni più delicate da quando si è insediata a Palazzo Chigi. Meloni è la prima leader europea a incontrare Trump dopo il «Liberation Day», ossia la giornata in cui il presidente americano ha introdotto dazi (poi parzialmente messi in pausa) al resto del mondo, Europa compresa, rompendo di fatto la storica alleanza che da decenni lega indissolubilmente Ue e Usa, non solo da un punto di vista commerciale.

Cosa si gioca Giorgia Meloni a Washington

I dazi imposti da Washington, sospesi solo in parte, hanno spinto i vertici dell’Unione europea a chiedersi se sia arrivato il momento di rendersi una volta per tutte indipendenti dagli Stati Uniti. Innanzitutto a partire dalle politiche sulla difesa, per cui Bruxelles ha annunciato un maxi-piano di investimento da centinaia di miliardi di euro. Non tutti, però, sono convinti che l’Europa abbia davvero da guadagnarci rompendo il legame con Washington. E a pensarlo è soprattutto il governo italiano, che ambisce a diventare l’anello di congiunzione tra Usa e Ue. Se non altro, per affinità politica con la nuova amministrazione americana.

Ed è proprio qui che si nasconde tutta l’importanza, ma anche la delicatezza, della missione di Meloni negli Stati Uniti. La premier riuscirà davvero a far ragionare Trump e convincerlo a stringere un accordo con l’Unione europea? Sarà abbastanza persuasiva da spingere la Casa Bianca a ritirare anche i dazi su alluminio e acciaio in vigore da quasi due mesi? E ancora: convincerà il presidente americano a coinvolgere l’Europa nei negoziati per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina? Alla risposta a queste (e a molte altre) domande è appesa anche parte del capitale politico di Giorgia Meloni in Europa. Una credibilità che la premier italiana è riuscita a conquistarsi con fatica, pure al di là di ogni più rosea previsione, e che vede ora nella missione a Washington una delle prove più delicate.

Dai dazi alle spese militari, tutti i temi sul tavolo

Il primo e più importante tema che finirà sul tavolo dell’incontro tra Meloni e Trump riguarda i dazi. I vertici Ue – a partire dalla stessa Ursula von der Leyen, con cui il presidente americano non sembra intenzionato a parlare – continuano a premere per la strada del negoziato, ma sono ben consapevoli che le possibilità di raggiungere un accordo restano basse. Bruxelles ha un pacchetto di contro-tariffe già pronto, che aspetta solo di essere annunciato pubblicamente. Se questo annuncio avverrà oppure no, dipende in buona parte proprio dall’incontro di questa sera alla Casa Bianca.

Poi c’è la questione delle spese militari e della guerra in Ucraina. Nello Studio Ovale, Meloni rassicurerà Trump sul fatto che l’Italia rispetterà la soglia minima del 2% del Pil destinato agli armamenti. Anzi, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha assicurato che questo obiettivo sarà raggiunto gi quest’anno. Ma in tema di sicurezza è soprattutto il futuro della guerra in Ucraina ad agitare i leader europei. Durante l’incontro, Meloni chiederà al presidente americano di partecipare al vertice a Roma sul futuro dell’Ucraina, insieme agli alleati Ue e alla Gran Bretagna. L’altro obiettivo, poi, resta sempre lo stesso: convincere Washington a includere anche i vertici Ue nei negoziati con Mosca.

Infine, c’è la questione degli eventuali accordi bilaterali. Meloni si presenta negli Stati Uniti non solo per veicolare la posizione europea sui dazi e la guerra in Ucraina, ma anche per rinsaldare il rapporto tra Italia e Usa. Tra le carte che la premier potrebbe giocarsi c’è l’offerta di acquistare più armi e gas liquido da Washington, ma anche la disponibilità a spingere alcune aziende italiane – a partire da Eni, Fincantieri e Leonardo – a programmare nuovi investimenti negli Stati Uniti.

Il programma della visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca

La visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca dovrebbe iniziare alle 18:05 ora italiana (12:05 ora locale), quando la premier pranzerà insieme a Trump nella cabinet room. Un’ora più tardi, secondo il programma reso noto dalla Casa Bianca, ci sarà il bilaterale vero e proprio, all’interno dello Studio Ovale, a cui parteciperà per i minuti iniziali un pool di giornalisti americani e italiani. Gli orari comunque potrebbero variare, e non si può escludere un ritardo o un prolungamento dei tempi. Non è prevista comunque una conferenza stampa «tradizionale» al termine dell’incontro, anche perché Trump ha già un altro impegno programmato per le 16 (le 22 in Italia), quando firmerà una serie di ordini esecutivi.

Le prove con lo staff per prepararsi a ogni scenario

L’imperativo di Palazzo Chigi è soprattutto uno: evitare incidenti. La posta in gioco è alta e la premier vuole evitare tensioni o momenti di imbarazzo, soprattutto nella porzione pubblica del faccia a faccia, il cosiddetto «media spray». Ed è proprio per prepararsi a ogni scenario che Meloni, secondo quanto scrive Tommaso Ciriaco su Repubblica, ha simulato l’incontro più volte con il suo staff. Volodymyr Zelensky non lo ha fatto e il risultato è stata un’umiliazione andata in onda a reti unificate. È andata meglio a Emmanuel Macron, che si è spinto addirittura fino a correggere Trump in tempo reale per alcune inesattezze pronunciate di fronte ai giornalisti. Come se la caverà Giorgia Meloni?

Foto copertina: ANSA/Filippo Attili | Giorgia Meloni al suo arrivo negli Stati Uniti, alla Joint Base Andrews, nei pressi di Washington, 16 aprile 2025

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